Per molti esperti è la fine della pandemia. Questa ondata invernale superata senza molte emergenze negli ospedali, segna la fine di tre anni di Covid19. Ci si prospetta davanti una situazione molto simile all’endemia, alla convivenza con il virus, come se fosse una normale influenza. Senza la necessità di misure straordinarie per arginarlo. C’è attenzione sulle nuove varianti, ma i sistemi sanitari dei Paesi europei, ad esempio, sono molto preparati, ormai.
L’Oms ci va cauto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stava pensando di revocare l’emergenza pandemica, ma è ancora presto, e bisogna avere cautela sulla fine dell'emergenza sanitaria globale. Il Covid fa ancora troppi morti: la scorsa settimana se ne sono registrati circa 40mila, più della metà in Cina. Lo sottolinea il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nell'intervento al Comitato emergenze dell'Oms, riunito per valutare se Sars-Cov-2 rappresenta ancora una minaccia di salute pubblica di portata globale.
Gli esperti del ministero della Salute, pur non sbilanciandosi sul breve periodo, prevedono un’estate “Covid Free”.
"Credo che nel giro di qualche settimana, al massimo un mese, un mese e mezzo, in Italia i contagi saranno azzerati. Anche perché c'è un altro dato che lascia ben sperare", dice a La Stampa, Roberto Battiston, docente di Fisica sperimentale. Di che cosa si tratta? "Dell'indice Rt - continua - un parametro che abbiamo imparato a conoscere in questi anni: se è 1 o superiore a 1 sappiamo che il virus corre e che i dati sui contagi tenderanno a salire. Viceversa, se è inferiore a 1 significa che la pandemia si sta raffreddando".
Intanto in Sicilia nella settimana dal 16 al 22 gennaio si è registrato un netto calo delle nuove infezioni da Covid-19, in linea con la tendenza nel territorio nazionale.
In provincia di Trapani il calo è stato del 60% nell’ultima settimana.
I nuovi positivi sono stati 4.054 (-46,55% rispetto alla settimana precedente), con un’incidenza di 84 casi ogni 100 mila abitanti. I tassi più elevati, rispetto alla media regionale, sono stati osservati nelle province di Agrigento (104/100.000), Siracusa (101/100.000) e Ragusa (93/100.000). Le fasce d’età maggiormente a rischio risultano quelle tra gli 80 e gli 89 anni (127/100.000), tra i 70 e i 79 (108/100.000) e tra i 60 e i 69 anni (106/100.000).
I dati sono contenuti nell'ultimo bollettino settimanale a cura del dipartimento per le Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico dell'assessorato della Salute della Regione Siciliana.
In base a quanto riportato nel documento, le nuove ospedalizzazioni sono in lieve diminuzione, sebbene la diffusione dei contagi pregressi si rifletta ancora su una prevalenza di soggetti ospedalizzati con positività concomitante da Covid-19. Nella stessa settimana, più della metà dei pazienti positivi in ospedale è risultata non vaccinata. L’epidemia rimane in una fase delicata con un livello ancora significativo di diffusione virale ma con una ricaduta sulle nuove ospedalizzazioni più contenuta rispetto ai periodi precedenti.
Per quanto riguarda la campagna vaccinale in Sicilia, i dati sono aggiornati al 24 gennaio. Nel target 5-11 anni, i vaccinati con almeno una dose si attestano al 23,89% del target regionale. Sono 63.295 i bambini, pari al 20,12%, che risultano con ciclo primario completato. Nel target over 12, i vaccinati con almeno una dose si attestano al 90,95% del target regionale, mentre l'89,58% ha completato il ciclo primario. Sono ancora 1.057.725 i cittadini che, pur avendone diritto, non hanno effettuato la terza dose. I vaccinati con dose aggiuntiva/booster sono 2.772.898 pari al 72,39% degli aventi diritto. Complessivamente in Sicilia sono state effettuate 236.313 somministrazioni di quarta dose di cui 208.284 a soggetti over 60. Le quinte dosi sono state 8.267.