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30/01/2023 14:05:00

"In limine", in mostra le poesie visive di Domenico Labate

"In limine" è il titolo della personale di pittura di Domenico Labate filosofo dall'intensa attività poietica espressa nel corso degli anni in musica, poesia e pittura.


La mostra, curata e organizzata da Graziella Bellone è stata inaugurata il 27 gennaio 2023 alle ore 18 presso lo studio "Keramos Arte e Restauro "in via Catania 5a, Palermo , e durerà fino al 10 febbraio . L'ingresso alla mostra è gratuito.
Dal lunedì al venerdì: 10.00-13.00 / 15.00-18.00

In esposizione 18 tele realizzate con una personalissima tecnica mista, avulsa da una ricerca stilistica rispondente a canoni tradizionali.

«Si tratta di vere e proprie ʺ poesie visive" dal silenzio accecante, parvenze dionisiache di un'elevata valenza filosofica-iniziatica, osate al limite di ogni possibile significato che lasciano un senso di non finito .
Visioni, presagi, dimensioni drammaticamente oniriche che dilatano a dismisura tempo e spazio reale e immaginario, riempiono la tela tra spruzzi magmatici e cromatismi blu e grigi più o meno intensi, simboli di un linguaggio aneconico e di una non essenza.
Domenico Labate ci rende pertanto attoniti spettatori di tutto ciò che può essere riconducibile al limen, una soglia che non è solo confine e passaggio, ma anche "trasformazione", dilatazione metafisica e luogo incontrastato dell'inconscio. Il fruitore pertanto è invitato a porsi fuori rispetto ogni tendenza, al certo, al dato e alla cristallizzazione per oltrepassare l’"erto muro"simbolo del limite della realtà . Dalla raccolta di Domenico Labate emerge con forza una voce inaudibile , un volto impercepibile che ci conduce in una dimensione conturbante, ignota e imprevedibile , al di là di ogni possibile categorizzazione.. E’ un’alchimia senza un inizio e senza una fine» - spiega la professoressa , Graziella Bellone, curatrice della mostra .

Addentrandoci nelle stanze dell’affascinante e delizioso locale in cui si svolge la mostra, sede tra l’altro di attività di restauro e di proprietà di Francesco Bartolino, ci rendiamo conto della magica ed evanescente atmosfera che ogni dipinto emana, una vera e propria immersione nell’indefinito e indefinibile .
Ma lasciamo che sia l’autore stesso a spiegarci il senso della sua mostra :
"Vi sarete accorti che la maggior parte dei miei quadri sono senza titolo, tranne qualcuno , proprio perché non rappresentano qualcosa in particolare, un oggetto, ma qualcosa che si manifesta indipendentemente da ciò che voglio realizzare… "In limine" è la soglia in cui possiamo rimanere oppure spingerci verso qualcosa che sfugge, che non è finito, verso un " oltre" che è in grado di trasformarci…Spesso abbiamo l’esigenza, il bisogno di oggettivare ma non è assolutamente nelle mie intenzioni, non c’è oggettività nei miei dipinti. E’ come se riuscissi a mettermi in sintonia con il casuale , l’imprevedibile che neanche io riesco a rendere oggettivo, a cogliere, inquadrare … una sorta di viaggio della mente verso una dimensione che non ha una forma e che il pubblico può riuscire a percepire, ciascuno in maniera differente. Stesse caratteristiche hanno le mie poesie che scrivo come se non fossi più in me, ma come se uscissi da me stesso, fuori dal "limite" …
Esprimo, l’oltre , l’indefinibile, che rimane comunque inesprimibile , evanescente , a me stesso e a tutti coloro che si approcciano alla mia arte con uno stato ideale di "vuoto mentale" , che sia dipinto o poesia"- ci spiega l’artista Domenico Labate, nato a Palermo, dove lavora come docente ordinario di Filosofia e Storia nei licei.Attualmente dottorando presso l’università di Cordova .


Ci congediamo dal luogo della mostra dove il pubblico è accorso numeroso con la certezza di avere ricevuto una sorta di invito da parte dell’artista "verso una dimensione inconscia, non logica, extra concettuale" . "Tocca a noi restare ˈin limineˈ, sulla soglia, o riuscire ad andare oltre", come ci spiega l’artista . In un mondo in cui tutto è perfettamente e spesso forzatamente descritto e descrivibile, siamo consapevoli di avere fatto quel "viaggio" di cui parla l’autore dei dipinti "verso qualcosa di ineffabile" ma che rimane e rimarrà comunque nostro per sempre

Dorotea Rizzo