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01/02/2023 16:40:00

Energia, dal 2024 il gas dalla Sicilia. Ecco dove verrà estratto 

 Nel giro di un anno e mezzo l’Italia potrà contare anche sul gas estratto a pochi chilometri dalle sue coste, nel Canale di Sicilia. Stanno accelerando i lavori per la messa in produzione dei due maggiori giacimenti di gas scoperti in questi anni al largo di Gela e Agrigento.

Si chiamano Argo e Cassiopea e sono riserve di gas naturale conosciute ormai da tempo. Sono il frutto delle esplorazioni che Eni ha condotto tra il 2006 e il 2008 lungo la costa meridionale dell’Isola. A circa trenta chilometri dalla riva i pozzi esplorativi hanno trovato due giacimenti di gas naturale che, secondo le stime, contengono circa 10 miliardi di metri cubi. Non è un’enormità, davanti a un fabbisogno di gas che per l’Italia ammonta attorno ai 70 miliardi di metri cubi all’anno, ma quei due giacimenti contengono comunque quasi il 10% del gas disponibile nel sottosuolo italiano, che tra riserve certe, probabili e possibili – calcolano al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica – raggiunge gli 111,2 miliardi di metri cubi.

Lo sviluppo dei due giacimenti è previsto dal Protocollo d’Intesa firmato nel 2014 da Eni con l’allora ministero dello Sviluppo economico (oggi ministero delle Imprese e del Made in Italy), la Regione Sicilia, il comune di Gela, i sindacati e Confindustria. È l’accordo che ha dato un nuovo futuro a Gela, storico polo della raffinazione che sembrava rischiare l’abbandono. La raffineria è diventata bioraffineria nel 2019: non lavora più petrolio, ma oli vegetali, grassi animali, rifiuti e biomasse. Per Argo e Cassiopea l’accordo prevedeva la costruzione entro la fine del 2023 di quattro pozzi per la coltivazione del gas naturale.

È un progetto di grandi dimensioni e dai costi rilevanti: un investimento da 800 milioni di euro. I pozzi saranno sottomarini, una “prima volta” per Eni, così da azzerare l’impatto visivo degli impianti: chi naviga nei paraggi dei due giacimenti non vede nulla. Dai pozzi partirà una condotta sottomarina lunga 60 chilometri, che sarà realizzata da Saipem, per trasportare il gas naturale alla bioraffineria di Gela. Lì sarà lavorato da un nuovo impianto di trattamento e compressione, per poi essere immesso nella rete nazionale. La piattaforma in alto mare già esistente Prezioso, al largo di Licata, si occuperà del controllo e del monitoraggio del gas naturale.

Eni prevede che il gas estratto da Argo e Cassiopea avrà una portata di picco pari a un miliardo di metri cubi di gas, cioè sette volte l’attuale produzione di gas dell’intera Sicilia e abbastanza da soddisfare il 30% dei consumi della Regione. Sarebbe un buon passo avanti anche a livello nazionale, nell’ambito del piano per aumentare la produzione di gas dai giacimenti italiani (la produzione nel 2021 è scesa da 4 a 3,5 miliardi di metri cubi), e anche un banco di prova per la possibilità di costruire nuovi impianti di questo tipo nonostante il peso della burocrazia.

Nelle previsioni di Eni, il tutto dovrà essere completato entro la prima metà del prossimo anno: la costruzione dell’impianto del trattamento del gas è stata avviata a settembre, a novembre si sono aperti i cantieri per l’approdo sulla costa e la ricezione, attorno alla metà del 2023 saranno realizzati i pozzi e in parallelo comincerà la pose delle condotte.

Maggiori particolari in un articolo su Avvenire che potete leggere cliccando qui.