Diminuiscono i furti a danni degli istituti bancari in Italia con un decremento del 54,4% rispetto all’anno precedente. A livello nazionale si sono registrati 254 furti e di questi soltanto 4 in Sicilia.
I furti in Banca
“Si registra per la Sicilia un dato positivo - afferma Gabriele Urzì Segretario Provinciale FABI e Responsabile Salute e Sicurezza FABI Palermo – in quanto la Sicilia, che è risultata essere al terzo posto per numero di rapine, è invece al dodicesimo posto (con 4 colpi e un indice di rischio – rapporto furti/100 sportelli – pari a 0,3) per quanto riguarda la pur triste “classifica” dei furti che vede come regione maggiormente colpita l’Emilia-Romagna seguita da Lombardia, Veneto e Lazio. Nessuna provincia siciliana figura nemmeno tra le prime dieci più colpite che vedono in testa Roma seguita da Bologna, Verona, Milano e Foggia.
Gli attacchi agli ATM
“Passando agli attacchi agli ATM – continua Urzì – la Sicilia è al diciannovesimo posto con zero colpi e un indice di rischio pari a 0 ed ovviamente anche qui nessuna provincia siciliana figura fra le prime dieci più colpite. Statisticamente gli attacchi agli ATM si sono registrati per il 41% nelle giornate di sabato e 14,1% nella fascia oraria che va dalle due e le cinque del mattino (82%). Nel 58% dei casi sono stati usati gas e esplosivi, nel 26% si sono registrati attacchi con scasso e nel 16% attacchi con asportazione dell’intera apparecchiatura”.
“Con riguardo alla Sicilia, grande merito va dato alla Forze dell’Ordine che, fra mille emergenze, attuano un efficace servizio di prevenzione che nelle città dell’Isola è palpabile e visibile a tutti e alle sinergie fra Settore Bancario e Pubblica Sicurezza che si dimostrano sempre più efficaci. Occorre però che, analogamente a quanto deve avvenire per la prevenzione delle rapine, anche sul versante della prevenzione di furti e attacchi agli ATM i banchieri investano maggiormente – conclude Urzì - magari diminuendo le colossali retribuzioni del top management e destinando ai budget sulla sicurezza investimenti più importanti tenuto conto che di contro i bancari dagli anni '90 in poi hanno rinunciato a quote significative di retribuzione e si sono pagati da soli gli ammortizzatori sociali e le tante uscite di dipendenti dalle banche per prepensionamento”.