Dall’Africa e dall’Est Europa, da lì arrivano i carichi di sigarette di contrabbando in Sicilia che, sembra tornare indietro nel tempo, quando quello del tabacco di contrabbando, era uno degli affari illegali più redditizio delle cosche mafiose.
50 milioni il giro d'affari - Ma mentre prima erano gli stessi boss a gestire il mercato, ora si affidano a persone esterne alle quali, le famiglie, riconoscono la loro percentuale. Si aggira attorno a circa 50 milioni di euro il giro d’affari prodotto. La rotta delle bionde per la Sicilia parte dalla penisola araba e dopo la tappa in Egitto, attraverso Libia e Tunisi arriva sull’Isola.
Blu Wave a Marsala - A Marsala ricordiamo la maxi operazione Blu Wave del novembre 2021, quando finirono in manette 13 persone tra i quali un militare della capitaneria di Porto.
La rotta dell'Est Europa - Alla rotta africana da un po’ di tempo si affianca quella dell’Est Europa e a dimostrazione di ciò è stato sequestrato dalle Fiamme Gialle la settimana scorsa un tir con 12 tonnellate di “bionde” proveniente dalla Slovenia. «Un sequestro che apre importanti scenari investigativi – commenta il generale Domenico Napolitano, comandante provinciale della guardia di Finanza – Un quantitativo del genere tutto in un camion dimostra come il canale con l’est Europa fosse collaudato e considerato sicuro. Ora le indagini si concentreranno su acquirenti e venditori. È evidente che chi si è assunto il rischio di perdere un carico da 1,8 milioni di euro non può essere il rivenditore all’angolo della strada e nemmeno un piccolo contrabbandiere».
Proprio dall’Est Europa gli affari illeciti legati al contrabbando si stanno facendo più vantaggiosi. Le “bionde” vengono impacchettate da professionisti della contraffazione riproducendo le marche più famose e poi, viaggiando su gomma, l’organizzazione affronta meno rischi e meno problemi logistici.
L’ultimo carico è stato fermato sulla Palermo Messina a Buonfornello. Le indagini delle Fiamme Gialle stanno cercando di capire se provengono da una fabbrica creata ad hoc dalle organizzazioni di contrabbandieri. Sono state già scoperte in Ucraina e Moldavia alcune fabbriche che riforniscono i contrabbandieri. Le bionde arrivano su Tir e furgoni a Trieste e da lì vengono smistate in tutte le regioni italiane.
La rotta nordafricana - “Royal”, “Time” e “Oris” e altre marche sconosciute, sono queste quelle che vengono trafficate perché non vendibili in Italia e in Europa. Ad oggi queste hanno un mercato del 5% in Italia. La produzione avviene nella penisola arabica, poi dopo migliaia di chilometri arrivano ad Alessandria in Egitto, a Tripoli in Libia e a Sfax in Tunisia, dove vengono imbarcate in grandi pescherecci diretti sulle coste siciliane.
La mente dell'organizzazione in Africa - I Finanzieri hanno appurato la mente dell’organizzazione in Africa, “lo zio”, viene chiamato. Si tratta di Ahmed Zaabi. Gestisce le partenze da Egitto, Libia e Tunisia dei carichi, prende accordi con le organizzazioni siciliane e spagnole e cura i contatti con la produzione in Arabia.
Pescherecci come "nave madre" - I contrabbandieri dopo alcuni maxi sequestri, ora sfruttano la norma che impedisce alla Finanza di fermare e controllare le navi in acque internazionali, se non in flagranza di reato o in presenza di gravi indizi, così i carichi da qualche anno avvengono su grandi pescherecci - usati come nave madre - che rimangono in acque internazionali a ridosso del confine delle quelle territoriali italiane. A quel sono raggiunte da gommoni o motoscafi veloci, che prendono il carico e lo smistano alla zona assegnata. Un sistema di trasporto che fa il paio a quello utilizzato per trasportare la droga e scoperto dopo il ritrovamento sulle spiagge trapanesi e agrigentine (c'erano anche cadaveri), di pacchi sigillati e sicuramente persi durante le traversate notturne.