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17/02/2023 11:05:00

Sicilia, si suicidò a 17 anni dopo una violenza di gruppo. Indagati 4 giovani

Si sucidiò a 17 anni il 18 maggio del 2017 dopo aver subito, due anni prima, uno stupro da parte di quattro ragazzi, all'epoca due minorenni e due maggiorenni,  che hanno ripreso con il cellulare e fatto girare i filmati nella comitiva. La giovane dopo due anni di sofferenza, non è riuscita a superare l'orrore che ha subito e si lanciò dall Rupe Atenea di Agrigento.

 La famiglia della ragazza aveva presentato un primo esposto contro ignoti per istigazione al suicidio, ma il fascicolo era stato archiviato. Le indagini, però, sono continuate e la squadra mobile di Agrigento è riuscita a trovare i filmati, scoprendo, dunque, il motivo per il quale la giovane si è suicidata. Il caso è stato trasferito alla procura distrettuale di Palermo per l'ipotesi di reato di diffusione di materiale pedo-pornografico. Sono quattro gli indagati.  

Per i due maggiorenni, oggi hanno 27 anni, è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio. Per i due minorenni, adesso 22 anni, sta, invece, procedendo la Procura minorile sempre di Palermo.

Ai quattro indagati si contesta di avere realizzato e prodotto materiale pedo-pornografico con una quindicenne costretta «con violenza e abuso» a subire i rapporti. Contestate anche le aggravanti di aver realizzato video con una minore di 16 anni e d’aver commesso «in più persone riunite».

La giovane vittima aveva scritto uno straziante post su Facebook: «nessuno di voi sa e saprà mai con cosa ho dovuto convivere da un periodo a questa parte .. Quello che mi è successo non poteva essere detto, io non potevo e questo segreto dentro di me mi sta divorando. Ho provato a conviverci e in alcuni momenti ci riuscivo così bene che me ne fregavo, ma dimenticarlo mai». 

Per i pm Palermitani, i quattro agrigentini avrebbero abusato delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della giovane che sarebbe stata sotto effetto dell’alcol. E avrebbero approfittato dell’allora quindicenne nonostante - sostiene l’accusa - la giovane avesse pronunciato, e ripetuto, frasi inequivocabili: «Non voglio», "non posso», «mi uccido», «no ti prego .. mi sento male».