La morte del Superbonus e probabilmente anche la morte di molte di imprese in Sicilia.
La decisione del governo Meloni di bloccare definitivamente le cessioni dei crediti e lo sconto in fattura manda ancora una volta in apprensione tutte quelle imprese e lavoratori che hanno fatto affidamento sulla misura in questi anni. Le associazioni di categoria lanciano l’allarme disperato per le aziende che rischiano il fallimento. L’ultima spiaggia poteva essere l’acquisto dei crediti da parte di Regione e Comuni, ma anche questa possibilità è stata cassata nell’ultimo decreto visto il debito pubblico che genererebbe.
Ed è scontro all’interno della maggioranza di governo. Per Forza Italia in Sicilia, la decisione del governo Meloni di fermare il Superbonus rischia di gettare “nel baratro centinaia di imprese siciliane, che vantano crediti per oltre 200 milioni di euro attualmente bloccati”
COSA PREVEDE IL DECRETO
Il decreto sul Superbonus del governo Meloni si compone di due soli articoli. Il primo articolo certifica lo stop totale a sconto in fattura e cessione del credito. Questo significa semplicemente che d’ora in avanti per i nuovi interventi edilizi (non quelli già avviati) resta solo la strada della detrazione d’imposta. Con la legge arriva anche il divieto per le pubbliche amministrazioni ad acquistare crediti derivanti dai bonus edilizi. Uno stop che ferma un fenomeno che aveva preso piede da poco, ma che aveva avuto un certo seguito. Proprio questi acquisti, come ha evidenziato Eurostat, «avrebbero impatto diretto sul debito pubblico», secondo quanto ha spiegato Giorgetti. Il decreto affronta anche il nodo della responsabilità solidale dei cessionari. Che viene esclusa per chi è in possesso di tutta la documentazione relativa alle opere. Questo per eliminare le incertezze. che hanno frenato tanti intermediari dall’assorbire questi crediti.
Possono continuare a cedere i crediti chi ha presentato la comunicazione di inizio lavori. Ma è certo che questo stop del governo generi ulteriori complicazioni per i crediti in stallo, anche se i lavori sono avviati. Da qui le preoccupazioni delle imprese e dei committenti, che rischiano di interrompere i cantieri a causa della minore liquidità.
I NUMERI IN SICILIA
Secondo Enea, delle 24 mila ristrutturazioni asseverate in Sicilia circa 17 mila riguardano gli edifici unifamiliari, quattromila le abitazioni funzionalmente indipendenti e tremila i condomini. Come detto il totale degli investimenti ammessi a detrazione supera i quattro miliardi e 200 milioni di euro, con una spesa media di 605 mila euro per i condomini, 115 mila euro per gli edifici unifamiliari e 99 mila euro per le unità indipendenti. I lavori sono stati realizzati al 72 per cento, percentuale che scende al 67 per cento per i condomini. Per i lavori già avviati il Decreto legge prevede delle deroghe. Il meccanismo non si blocca nel caso in cui “risulti presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila)”, accompagnata “dalla delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione” nel caso dei condomini. In caso di demolizione e ricostruzione degli edifici basta “l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo”, mentre per gli interventi che non richiedono autorizzazioni l’unico requisito necessario è che “siano già iniziati i lavori”.
CNA TRAPANI
“C’è il rischio che 120 mila lavoratori in Italia perdano il posto dilavoro. Il governo ha deciso di chiudere le porte al Superbonus che ha dato un forte impatto al Pil. Le imprese saranno in forte difficoltà. Una decisione presa senza il confronto con le associazioni di categoria e che porterà al fallimento di tante imprese che con il superbonus si erano riprese”, dice Francesco Cicala, segretario della CNA della provincia di Trapani
“Ci sarà anche un venir meno degli impegni assunti con l’Europa in merito all’efficientamento energetico e non potranno essere messe in sicurezza dal punto di vista sismico molti edifici anche pubblici. Si parla di truffe, ma erano limitate ai bonus facciata, non al superbonus che aveva portato alla crescita dell’economia. Ora ci sarà la regressione dell’economia italiana. L’edilizia rischia di fermarsi, il Governo ha messo una pietra tombale, tra aumento dei tassi d’interesse e inflazione, lo Stato sarà in recessione. Lo Stato si dovrà fare carico delle casse integrazioni, dei sussidi di disoccupazione, adesso”, aggiunge Cicala.
ANCI SICILIA
“Ci auguriamo adesso che il governo possa prontamente intervenire introducendo misure a sostegno delle imprese, al fine di favorire la cessione dei crediti maturati e rimettere così in moto l’economia”, dicono Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale di Anci Sicilia, dopo aver annullato un incontro informativo, previsto per il 22 febbraio, nel quale si dovevano dare indicazioni operative agli enti locali per aiutare il sistema produttivo nel grave momento di crisi. “Continueremo a fare il possibile – aggiungono i vertici Anci – affinché gli enti locali dell’Isola possano, nei limiti della legislazione vigente, sostenere il tessuto economico e produttivo dei territori consapevoli che solamente per questa strada e attraverso i tributi locali si potranno garantire servizi di qualità ai cittadini e alle stesse imprese. È urgente che le istituzioni, le forze economiche e sociali e il mondo delle professioni e della ricerca cooperino per rompere questo circolo vizioso che trasforma la debolezza del sistema produttivo in debolezza delle istituzioni locali e le difficoltà finanziarie dei Comuni in maggiori tributi e minori servizi, aggravando così ulteriormente la condizione delle imprese e dando di conseguenza meno opportunità ai giovani, così costretti ad emigrare e a creare reddito e sviluppo in altri territori”.
5 STELLE
“L'intero comparto edilizio deve alzare la voce. Occorre una mobilitazione generale per fermare lo scellerato governo Meloni che pur di contrastare misure del M5S non esita a mettere in ginocchio il Paese e a mandare sul lastrico migliaia di imprese e famiglie. Da ieri sera, dopo la folle decisione del cdm di bloccare la cessione dei crediti e perfino la possibilità di farli acquistare dagli Enti locali (cosa per la quale avevamo presentato anche un ddl), abbiamo ricevuto centinaia di chiamate di imprenditori e lavoratori disperati. E Schifani che fa? Anziché mediare con i suoi referenti romani per salvare migliaia di imprese siciliane che speravano in una risposta concreta che le salvasse dal baratro, pianifica una tre giorni a Catania per cercare di mettere ordine tra le file del suo partito quasi allo sbando”
Lo affermano il capogruppo M5S all'Ars Antonio de Luca e il coordinatore siciliano del Movimento Nuccio Di Paola.
“Non possiamo – dicono i due parlamentari - restare a guardare, mentre l'esecutivo nazionale fa a brandelli il Paese solo per mettere i bastoni tra le ruote al Movimento 5 stelle. Dopo lo stop al reddito di cittadinanza, sta facendo a pezzi il Superbonus che tanto ossigeno aveva dato ad un settore in coma profondo e all'economia italiana. Ci eravamo mossi per risolvere il problema dei crediti incagliati in Sicilia, presentando all'Ars un ddl che consentiva alla Regione di acquistarli, ma il governo Meloni ha pensato a bloccare anche questa via d'uscita. Ora ci chiediamo: l'accanimento è contro il M5S o contro il Paese? All'Ars anche i partiti della maggioranza, a parole, dicono, di volere trovare una via d'uscita, ma i fatti di Roma li smentiscono. E Schifani tace e pensa ai fatti di forza Italia”.
FORZA ITALIA
"D'ora in poi non sarà più consentita l'opzione dello sconto in fattura o della cessione del credito d'imposta in materia di incentivi fiscali legati al settore dell'edilizia. Lo stabilisce un decreto legge del Consiglio dei Ministri che consentirà solo la detrazione, bloccando di fatto la cessione dei crediti alle Regioni e ai Comuni, poiché ritenuta potenzialmente negativa per l'aumento del debito pubblico. Ciò però getterebbe nel baratro centinaia di imprese siciliane, che vantano crediti per oltre 200 milioni di euro attualmente bloccati". Lo afferma la deputata di Forza Italia all'Ars, on. Bernardette Grasso.
"Pertanto, a seguito di adeguate garanzie e di preventive ricognizioni economiche, chiederò ufficialmente al Governo Schifani di acquistare i crediti attualmente fermi dentro i cassetti fiscali - conclude la Parlamentare. In linea con quanto stanno già facendo altre Regioni d'Italia, occorre una deroga al dettato nazionale per alleviare le sofferenze di tante imprese alla canna del gas. Occorre una soluzione trasversale, che tuteli sia loro che la tenuta dei bilanci regionali, visto che tali crediti sono conteggiati nel deficit della PA. Un compromesso per evitare la paralisi dell'intero settore e garantire una boccata d'ossigeno".
PD
“Con il provvedimento che blocca la possibilità di cedere i crediti e lo sconto in fattura, ed impedisce alle pubbliche amministrazioni l’acquisto dei crediti fiscali, il governo Meloni dà una mazzata alle imprese ed al mondo del lavoro, e questo avverrà soprattutto in Sicilia dove il tessuto occupazionale ed economico è più fragile che altrove. Non possiamo restare in silenzio di fronte ad una misura che rischia di uccidere il settore edilizio e di avere effetti a catena su diversi altri comparti: chiediamo al presidente Schifani di non abbassare la testa di fronte a questo ennesimo diktat del governo Meloni e chiediamo a tutti i parlamentari, anche a quelli nazionali eletti in Sicilia a prescindere dal colore politico, di mobilitarsi per impedire questo disastro”. Lo dice Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars.