"Tre anni fa, proprio nel mio laboratorio, è stato diagnosticato il primo caso italiano di Covid-19. Sono stati tre anni lunghissimi", tre anni che hanno cambiato tutto: "La sensazione" di Maria Rita Gismondo, a capo del team che il 20 febbraio 2020 all'Ospedale Sacco di Milano scoprì la positività del 'paziente uno' di Codogno, nel Lodigiano, "è che sia passata veramente un'epoca". Che sia finita un'era, che quel tampone abbia fatto da spartiacque fra un passato che uguale non tornerà più e un futuro da costruire facendo tesoro di ciò che è stato per non ripetere gli errori commessi. Lo dobbiamo come "un ricordo a tutte le vittime", dice Gismondo all'Adnkronos Salute. Morti "che forse, ce lo auguriamo, la scienza un domani potrà evitare almeno in parte".
Tante cose sono successe in questi tre anni. Il primo lockdown, che ha chiuso tutti in casa per diverse settimane, le immagini strazianti degli ospedali invasi di malati Covid, i morti. Le fasi di ripresa, e il ritorno del virus. Le misure di contenimento, mascherine chirurgiche e ffp2, vaccini e green pass, divieti di assembramento, locali chiusi, o massimo 6 persone al tavolo. Ma oggi, dopo tre anni, è cambiato tutto. E adesso nessuno ha più paura del Covid. Sono cadute tutte le misure di sicurezza, non si vede più in giro una mascherina. Addio distanziamento. Sono cadute tutte le misure, anche perchè abbiamo imparato a convivere con il virus, che si è via via indebolito. I vaccini hanno consentito questo passaggio, e le strutture sanitarie si sono preparate maggiormente ad affrontare i casi covid. Il virus, nel frattempo, ha cambiato forma, la sua circolazione a tratti più veloce non sembrava accompagnata da una maggiore pericolosità clinica. Oggi affrontiamo il Covid come un’influenza.
I dati settimanali siciliani
Nella settimana dal 6 al 12 febbraio si è registrato in Sicilia un netto calo di nuove infezioni da Covid-19 in linea con la tendenza sul territorio nazionale. I nuovi positivi rilevati sono stati 1.807 (-25,55% rispetto alla settimana precedente) con un'incidenza di 38 casi per 100 mila abitanti. Il tasso più elevato rispetto alla media regionale si è registrato nelle province di Messina (49/100.000 abitanti), Trapani (46/100.000) e Palermo (44/100.000). Le fasce d’età maggiormente a rischio sono risultate quelle degli over 90 (78/100.000), tra gli 80 e gli 89 anni (72/100.000) e tra i 60 e i 69 anni (49/100.000).
I dati sono riportati nell'ultimo bollettino settimanale a cura del Dasoe, il dipartimento per le Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell'assessorato della Salute della Regione Siciliana. In merito alle nuove ospedalizzazioni, queste risultano in diminuzione sebbene la diffusione dei contagi pregressi si rifletta ancora su una prevalenza di soggetti ospedalizzati con positività concomitante da Covid-19. Nella settimana di riferimento, inoltre, più della metà dei pazienti in ospedale è risultata non vaccinata.
Per quanto riguarda i vaccini, i dati sono aggiornati al 14 febbraio: dall'inizio della campagna di immunizzazione in Sicilia sono state somministrate complessivamente 10.730.682 dosi. Nel target 5-11 anni, i vaccinati con almeno una dose si attestano al 23,59%, mentre 62.497 bambini, pari al 20,28%, hanno completato il ciclo primario. Nella fascia over 12, i vaccinati con almeno una dose si attestano al 90,97%, mentre a completare il ciclo primario è stato l'89,60% del target regionale. Sono ancora 1.120.719 i cittadini che non hanno effettuato la terza dose pur avendone diritto, mentre i vaccinati con dose aggiuntiva/booster sono 2.773.815, pari al 71,22% degli aventi diritto, incluso il target 5-11 anni. Per quanto riguarda la quarta dose, sono state effettuate 241.377 somministrazioni a soggetti residenti in Sicilia, delle quali 212.402 a soggetti over 60. Le quinte dosi risultano complessivamente 9.032.