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25/02/2023 06:00:00

Due processi per un cortile. La storia di uno spazio conteso a Trapani

Due processi penali. Uno è già approdato in Appello. L'altro, invece, è ancora pendente. Entrambi incentrati su quello che ormai è stato definito il “cortile della diatriba”, all'interno di uno storico palazzo di via Barone Sieri Pepoli, a Trapani.


Due contendenti – da un lato l'imprenditore Giuseppe Maurici, dall'altro Davide Vultaggio, dipendente dell'Ufficio del lavoro- ne rivendicano la proprietà. L'impiegato dice: “E' mio”. L'imprenditore ribatte: “Macchè. E' anche mio”. E quest'ultimo, assistito dall'avvocato Salvatore Longo, in primo grado aveva avuto ragione. Il giudice del tribunale del capoluogo, Francesco Giarrusso, infatti, aveva condannato Davide Vultaggio – accusato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni – al pagamento di una sanzione di 200 euro.


La Corte d'Appello di Palermo, però, ha ribaltato la sentenza e accogliendo la tesi difensiva, degli avvocati Josemaria Ingrassia e Antonella Cangemi, ha assolto “perchè il fatto non sussiste” Davide Vultaggio.


La querelle era nata nel 2017. Nel cortile il dipendente dell'Ufficio del lavoro, rivendicandone la piena proprietà, aveva realizzato degli interventi che di fatto impedivano l'accesso ai clienti della struttura ricettiva che Giuseppe Maurici aveva realizzato nei locali dell'ex cinema Ideal.
Querelle che ha già prodotto due sentenze. Ma dinnanzi al tribunale di Trapani è ancora pendente un secondo processo. Quello che vede imputato Davide Vultaggio chiamato a rispondere, questa volta, di tentata violenza privata.
Perchè, nel frattempo, secondo l'accusa Davide Vultaggio avrebbe impedito agli operai della ditta di Giuseppe Maurici di eseguire lavori su un prospetto, prospiciente il “cortile della diatriba”.


Nel corso della scorsa udienza gli avvocati di Maurici e Vultaggio (Longo e Ingrassia) dopo aver ultimato l'escussione dei testimoni del Pm hanno chiesto il rinvio, auspicando la risoluzione della controversia attraverso un accordo transattivo.