Il nuovo equilibrio che si è venuto a creare all’interno della giunta comunale di Marsala, guidata dal sindaco Massimo Grillo, ha portato anche dei mutamenti in consiglio comunale.
Ci sono all’interno dei gruppi consiliari dei tempi di attesa, così come l’MPA, che nel 2020 ha contributo, allora con le liste civiche che facevano riferimento al Movimento VIA, ad eleggere l’attuale sindaco. In giunta manca proprio la loro espressione, prima rappresentata da tre assessori, oggi invece non vengono rappresentati da nessuno, anche i consiglieri sono in attesa di capire se passare all’opposizione ferrata o se scommettere ancora su Grillo e quindi però chiedono un esponente a loro riconducibile all’interno dell’amministrazione comunale.
I nomi fatti sono stati due, da una parte la coordinatrice provinciale dell’MPA, Maricò Hopps, dall’altra parte Antonio Vinci, consigliere comunale.
Vinci in verità vorrebbe non entrarci proprio in giunta, subisce però il pressing del suo partito, si è preso ancora qualche giorno di tempo prima di sciogliere la riserva, dando la sua disponibilità.
Il problema è tutto interno agli equilibri che il sindaco vorrà costruire per la prossima tornata elettorale, fare a meno dell’MPA, che si scrive così ma si legge Nino Papania, perché la certezza politica dell’esserci o meno dipende dal senatore alcamese, che tra tutti i suoi è quello che più di altri mastica e analizza la politica, significherebbe partire azzoppati.
Tra i nomi irricevibili, di cui parla Grillo, Antonio Vinci di certo irricevibile non lo è, o rinsalda l’unione e mette il gruppo consiliare in maggioranza oppure transitano tutti all’opposizione e questo libererebbe del peso i consiglieri, tranne qualcuno che è ancorato alla giunta perché c’è sempre una richiesta da esaudire.
Il sindaco potrebbe decidere di rischiare e quindi di procedere per la sua strada oppure cedere e mettere in giunta un riferimento dell’MPA, oppure ancora non nominare più alcuno.
Molto dipenderà dalla progettualità futura del Primo Cittadino, se vorrà tornare a giocarsi la partita delle amministrative oppure cedere il passo. In ogni caso dovrà pure ricostruire la compagine politica che adesso è monca, Fratelli d’Italia ha una forza nazionale dettata dalla sua leader, Giorgia Meloni, sui territori, invece, sono molto deboli e Trapani in questo momento è una sana espressione della quasi incapacità a fare una sola lista per le amministrative di maggio.
Certo, ci sarebbe poi da chiedersi come può il sindaco andare a braccetto, vista la sua "cultura" e la sua "caratura morale", con gli amici di Fratelli d’Italia per le politiche contro l’immigrazione portate avanti. Ma questo fa parte di un gioco che la politica locale sottace ma di cui in buona parte ci si dovrebbe vergognare, così come vergognosa è stata l’assenza della Meloni a Crotone. Ma questa è un’altra storia.