Si è sempre dichiarato estraneo. Ma oggi, come primo step, il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere sul rinvio a giudizio dell’uomo di 37 anni accusato di aver violentato Natalia, la donna ucraina di 44 anni, su una panchina nella zona delle mura di tramontana a Trapani.
Oggi, 5 aprile, si tiene infatti l’udienza preliminare nella quale il Gip deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Trapani.
Un caso che ha scioccato Trapani, proprio a ridosso del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La donna si trovava a Trapani da alcuni mesi, dopo essere scappata dalla guerra in Ucraina. Lì ha lasciato i figli. Nel frattempo ha cominciato a vivere di espedienti, per strada. Senza fissa dimora era anche il suo aggressore, con il quale si conosceva. Le indagini sono durate poche ore.
I fatti.
Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Squadra Mobile i due si erano recati alle Mura di Tramontana per poi sedersi su una panchina a bere. Il pregiudicato avrebbe tentato un approccio sessuale, ma l’ucraina lo avrebbe respinto. Il rifiuto avrebbe scatenato la violenta reazione dell’uomo che dopo averla picchiata, l’avrebbe stuprata sulla panchina. L’indagato deve anche rispondere di lesioni personali per le gravi ferite riportate dalla vittima. Scattato l’allarme Nataliia è stata rivenuta sulla panchina, riversa in una pozza di sangue, e accompagnata, in ambulanza, all’ospedale dove ha subito un intervento chirurgico.
“Non c’è stata alcuna violenza. Il rapporto è avvenuto con le stesse dinamiche di quelli precedenti. Quando ho visto che perdeva sangue ci siamo fermati e l’ho aiutata rivestirsi. Le ho detto: Nataliia stai sanguinando e lei non diceva niente”.
E’ questa invece la versione del 37 enne nell’interrogatorio in seguito all’arresto. Dichiarazioni, quelle rese dall’uomo, che coinciderebbero in parte con quelle fornite ad investigatori e inquirenti da Nataliia.
La donna, infatti, avrebbe confermato il rapporto sessuale, aggiungendo, però: “Mi ha fatto una richiesta che io non ho voluto assecondare e mi ha presa con la forza”.
Circostanza, questa, che l’uomo nega. E le ecchimosi al collo? “Non ricordo di averla afferrata per il collo. Se poi è successo è stato durante il rapporto, ma non era mia intenzione farle del male”.
Quella notte, secondo il suo racconto, si sarebbe incontrato con Nataliia in un locale del centro storico. “Io ero con amici e lei si è avvicinata, iniziando a bere con noi”.
I due poi si sono recati alle Mura di Tramontana come dimostrano le immagini estrapolate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza. Qui si sarebbero seduti su una panchina, vicina a quella rinvenuta sporca di sangue, continuando a bere. Poi si sono alzati.
Scesa la scalinata, Nataliia e il 37enne avrebbero consumato un rapporto sessuale sulla strada sottostante. Rapporto interrotto, sempre secondo la sua versione, quando la donna ha iniziato a perdere sangue. “L’ho aiutata a rivestirsi e siamo ritornati sulle Mura”.
L’ucraina si è seduta sulla panchina. “Mi ha detto che aveva freddo io l’ho abbracciata. Siccome continuava a sanguinare mi sono affacciato dalle Mura. Ho notato un ragazzo che lavora al panificio lì nei pressi e gli ho chiesto di chiamare una ambulanza”.
Quando sono giunti i sanitari del 118, l’uomo era ancora lì.
I vestiti che indossava quella notte sono stati sequestrati dalla polizia. Non erano sporchi di sangue. In tasca è stato rinvenuto un coltellino.
Nelle settimane successive, poi, c'è stato l'incidente probatorio con la testimonianza della donna ucraina. Davanti al giudice Natalia ridimensiona la violenza. Dice che quella sera lei e l'uomo, di cui non ricordava il nome con esattezza, erano insieme a bere vino, poi hanno fatto sesso e le è uscito sangue, così lui ha chiamato l'ambulanza. "Ero d'accordo, non era contro la mia volontà" dice la donna ai pm raccontando il rapporto sessuale avuto con l'uomo. Era consenziente, "non volevo il rapporto anale, gliel'avevo detto, ma è successo". Natalia conosceva l'uomo da un paio di mesi, e già in precedenza avevano avuto rapporti sessuali. La donna ha riferito poi di essere stata presa per la nuca e non per il collo. Un altro racconto, insomma, rispetto a quanto denunciato nelle ore successive ai fatti.