La città di Salemi ha raggiunto quest’anno il podio con un lusinghiero terzo posto nella competizione del “Borgo dei Borghi”. Evento da non sottovalutare.
Ma guai a illudersi e a pensare che si sia trattato di un punto di arrivo.
Se e’ vero che il voto popolare ha premiato la cittadina della Val di Mazara, e’ pure vero che sarebbe un errore imperdonabile sottovalutare il parere degli esperti.
In ogni caso, il risultato raggiunto e’ un ottimo viatico per avviare un’autentica svolta fatta di concretezze e non di illusorie fumosità.
Se questo traguardo e’ stato raggiunto, lo si dove senz’altro ad una felice intuizione che ebbe alcuni anni fa l’attuale Amministrazione di Domenico Venuti e che tanta maliziosa ironia ha scatenato in questo lustro di tempo.
Come anche si deve riconoscere al volontariato di associazioni e singoli cittadini se nel “Borgo” si sono avuti alcuni eventi di un certo valore e spessore.
Pensiamo al festival letterario di narrativa nato a Salemi per contribuire allo sviluppo culturale del territorio, grazie alla caparbietà di Filippo Triolo, che non definiamo “giovane” come alcuni amano fare, non avendo mai fatto ricorso a certo peloso “paternalismo”.
Un festival potenzialmente generatore di grandi prospettive, e quindi degno di essere appoggiato e incentivato dalle pubbliche amministrazioni.
La stessa cosa vale per le attività svolte dall’Associazione “Peppino Impastato” di Nicola Mezzapelle, esempio tra tutte, quella relativa alla rivalutazione del teatro Carmine.
Eventi, questi, che potrebbero crescere quantitativamente e qualitativamente e diventare appuntamenti fissi e, perché no?, finalizzati ad un turismo culturale e non solo.
Non dimenticando infine l’altro riconoscimento ottenuto dal Cepell qualificando Salemi come “Città che legge per il biennio 2022/23” . E poco importa se così non e’. Lo dimostra il fallimento dell’encomiabile iniziativa delle “Casette dei Libri” dislocate in punti strategici della città, ma rimaste malinconicamente vuote, o al massimo, utilizzate per fare pulizia in qualche casa privata.
In ogni caso la qualifica di “Città che legge” serve o servirà a partecipare a gran ai bandi del “Centro per il libro e la lettura” e che ha permesso a Salemi di essere capofila di alcuni comuni della provincia.
Come anche non bisogna assolutamente dimenticare l’enorme e spesso invisibile contributo profuso da Giuseppe Maiorana nel portare a termine iniziative culturali di grande valore, come quella recente della Mostra fotografica "Futuro compo sto.Street memories photo” di Giuseppe Iannello.
Ma essere degno del titolo conquistato di “Borgo dei Borghi”, impone una serie di obblighi, solo apparentemente meno aulici e che osiamo definire essenziali e inderogabili.
Al primo punto metteremmo il tema del verde pubblico, che secondo noi deve cominciare ad essere affrontato in modo sistematico. Per fare ciò e’ necessario, come “conditio sine qua non” che e l’amministrazioni comunale deve poter contare su risorse e strumenti tecnici idonei per una corretta pianificazione, progettazione, gestione e fruizione degli spazi verdi esistenti o da creare. Occorre, in poche parole, che il territorio di Salemi diventi un “giardino” colorato, e gioioso. Da qui, l’istituzione di figure professionali idonee.
Tolleranza zero per quella minoranza incivile che ancora si trastulla ad abbandonare sacchetti di rifiuti in alcuni angoli della città, credendo di fare un dispetto al sindaco, mentre nella realtà offende la stragrande maggioranza dei cittadini.
Una significativa modifica della viabilità interna, rendendo definitivo il senso unico della via Matteotti estendendolo anche alla via Antonino Lo Presti.
Risolvere il problema delle strisce bianche pedonali che si sbiadiscono e vanno via nel breve spazio di una settimana. Occorre pensare ad un materiale alternativo per renderle indelebili. In pratica, la città ne e’ priva per oltre 300 giorni all’anno.
Dotare il borgo di servizi igienici adeguati a numero di forestieri che giungono nel Borgo in occasione dei numerosi eventi organizzati durante tutto l’anno.
Rimettere in funzione, dopo quello della via Lo Presti in questi giorni in fase di ristrutturazione, anche quelli obsoleti di Piazza martiri di Nassirya e quelli dei Cappuccini.
Ed infine, il fenomeno ignobile dei lavori pubblici che, appena iniziati, vengono bloccati.
Una piaga che affligge in verità gran parte delle realtà comunali della nostra isola.
Le cause sono note. L’alto ribasso in sede di gara d’appalto porta le imprese a presentare quasi subito delle perizie di variante che spesso producono infiniti contenziosi con l’Ente appaltante.
In questo momento, ad esempio, in queste condizioni si trovano i lavori della Via Giotto che avrebbero dovuto essere terminati nel mese di novembre. La strada si trova ancora sventrata, con le transenne abbandonate sul selciato.
Per non parlare della Scala mobile, rimasta immobile fin dall’inizio e delle cui sorti nulla ancora sappiamo.
Ebbene, se dalla partecipazione alla gara televisiva qualcosa di concreto si dovrà ricavare, scuramente tra gli esempi, positivi negativi, che abbiamo elencato ci sono quelli da perseguire e quelli da combattere. Noblesse obblige, ormai.
(All’interno dell’articolo alcuni aspetti del Borgo che ci auguriamo di non dovere piu fotografare).
Franco Ciro Lo Re