"Il comportamento del governo italiano, che attraverso alcune circolari prefettizie ha bloccato le iscrizioni anagrafiche dei figli di coppie omogenitoriali avvicinando l'Italia alle politiche di paesi come la Polonia e l'Ungheria, è gravissimo perché colpisce i bambini ed è stato censurato dal Parlamento europeo".
Lo dicono la responsabile Diritti della segreteria provinciale del Partito democratico di Trapani, Linda Licari, e il segretario dei dem trapanesi, Domenico Venuti, che esprimono la loro "vicinanza e solidarietà alle famiglie arcobaleno per gli attacchi che si sono susseguiti in questi giorni da parte di esponenti del centrodestra e del governo".
Licari e Venuti aggiungono: "Il Pd trapanese sostiene con forza l'Associazione famiglie arcobaleno, presente anche nella nostra provincia, e la mobilitazione degli amministratori locali che scenderanno in piazza il 12 maggio a Torino con una piattaforma progressista ispirata alla tutela di tutte e tutti. Questo governo - concludono la responsabile Diritti e il segretario del Pd provinciale - non interpreta la volontà delle cittadine e dei cittadini italiani che riconoscono già da tempo nelle loro comunità le famiglie arcobaleno e che non possono accettare norme che discriminano le bambine e i bambini. Siamo vicini a chi combatte questa difficile battaglia di civiltà, perché un governo ha il dovere di occuparsi dei bisogni del Paese e non di imporre la sua morale a tutte e tutti i cittadini".
Venuti poi evidenzia: "Da segretario provinciale del Pd e da sindaco di Salemi ritengo vergognoso che gli amministratori locali vengano messi davanti a un bivio, disobbedire a una direttiva del governo, che tra l'altro contiene una posizione assurda e inspiegabile, o rispettarla togliendo però tutele sacrosante ai diritti dei bambini. Per questo motivo aderirò con forza alla manifestazione del 12 maggio a Torino".
Il tema dei diritti è stato anche al centro di un incontro organizzato dal circolo Pd di Alcamo e che ha visto tra i partecipati il deputato alla Camera Alessandro Zan e l'eurodeputato Pietro Bartolo. L'iniziativa è stata denominata 'Diritti civili, diritti negati - ddl Zan, una legge di civiltà'.