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30/04/2023 08:25:00

Marsala, processo a Sturiano per l'energia "rubata". Incaricato il perito per la trascrizione delle intercettazioni

 Ammesse le intercettazioni dalle quali è scaturito il processo, il giudice monocratico Giuseppina Montericcio ha incaricato il perito per la loro trascrizione: è Antonio Caiozzo. Poi, l’udienza è stata rinviata al 21 luglio, quando finalmente dovrebbe entrare nel vivo il processo che vede imputato, per “istigazione al furto di energia elettrica per il Comune”, il presidente del Consiglio comunale di Marsala, Enzo Sturiano (Forza Italia) e altre quattro persone.

L’indagine, infatti, è nata dalle intercettazioni alle quali era sottoposto Sturiano nel 2017 nell’ambito delle indagini antimafia sull’ex deputato regionale trapanese Paolo Ruggirello, poi confluite poi nell’inchiesta “Scrigno”. Le telefonate di Sturiano, all’epoca riferimento politico di Ruggirello a Marsala, furono stralciate e inviate per competenza alla Procura di Marsala e delegate al pm Roberto Piscitello. La vicenda è quella relativa all’indagine per “furto di energia elettrica” nel corso dei festeggiamenti organizzati nel 2017 per San Giuseppe in contrada Ventrischi. Con Sturiano sono imputati anche Vincenzo Stella, all’epoca presidente del comitato organizzatore della festa, il geometra Gaspare Giuseppe Zichittella, responsabile dell’illuminazione pubblica del Comune, e i dipendenti comunali Filippo Giacalone e Leonardo Badalucco.

A presidente del Consiglio comunale viene contestato il reato per aver chiamato il geometra Zichittella e sollecitato, il 19 marzo 2017, l’installazione di due fari sulla piazza della Chiesa Nuova di Ventrischi, in occasione della celebrazione del tradizionale “Invito” di San Giuseppe che si svolgeva nello spiazzale antistante, in una zona al buio. Zichittella, a sua volta, avrebbe chiamato due dipendenti per montare due fari. Da qui, secondo l’accusa, il reato di furto di energia elettrica. A Stella si contesta un “indebito guadagno”, dato che i fari, si legge nelle carte del procedimento, sarebbero stati installati “abusivamente e senza alcuna autorizzazione”. Le difese avevano eccepito l’inutilizzabilità delle intercettazioni in quanto disposte in un altro procedimento (“Scrigno”) e perché questo riguardava “fatti privi di connessione”. Il giudice, però, ha accolto la richiesta del pm, ritenendole utilizzabili.