Giornata da incubo, l’ennesima, nell’Istituto penale per minorenni di Palermo, dove solo grazie al tempestivo e professionale intervento della Polizia Penitenziaria si è impedito che un detenuto si togliesse la vita.
La notizia arriva dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPe, per voce del Segretario Generale Donato Capece: “E’ stato un Primo maggio di alta tensione nel carcere minorile di Palermo. Nella serata, infatti, un detenuto straniero ha infatti prima distrutto la cella in cui è ristretto e poi ha tentato di togliersi la vita, ma è stato salvato solo grazie all'intervento della Polizia penitenziaria. Ha tentato di impiccarsi utilizzando il lenzuolo, che ha legato al collo e alle sbarre della finestra. A quel punto, i poliziotti penitenziari nel giro di controllo sono tempestivamente intervenuti ed hanno per fortuna cambiato il corso del destino del detenuto, sottraendolo alla morte. Restano ignote le motivazioni che hanno portato il detenuto a porre in essere il gesto estremo. In ogni caso, il dato certo è che la scelta di distruggere quel che aveva la cella per poi tentare di togliersi la vita è originata evidentemente da uno stato psicologico di disagio. E’ un dato oggettivo che chi è finito nelle maglie della devianza spesse volte è portatore di problematiche personali sociali e familiari”.
Per il segretario del SAPPE. “questa è la Polizia Penitenziaria pronta ad agire con gli altri operatori e con gli stessi detenuti, come in tale evento critico al carcere minorile di PALERMO, per tutelare la vita dei ristretti. Questa è comunità, ma nel rispetto dei difficili ruoli che ognuno viene chiamato a svolgere per la propria parte di competenza. L’ennesimo tentato suicidio di una persona detenuta, sventato in tempo dalla professionalità ed attenzione dei poliziotti, dimostra come i problemi sociali e umani permangono, eccome, nei penitenziari. E si consideri che negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 23mila tentati suicidi ed impedito che quasi 175mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze”. Capece ricorda infine che “il SAPPE chiede, da anni, l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario, anche minorile. Ed è grave la sottovalutazione delle grida di allarme che il SAPPE lancia da mesi sulla crisi delle carceri minorili e dai detenuti che ospitano, sempre maggiormente caratterizzati da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti per una scelta politica che si è dimostrata pericolosa ed assurda”.