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14/05/2023 22:05:00

Una lettera aperta di Safina sulla gestione dei rifiuti in Sicilia 

 La fallimentare gestione dei rifiuti in Sicilia paga il prezzo dell’immobilismo politico e governativo che vede periodicamente affrontare il tema solo in prossimità dell’emergenza.

 

Prova ne sia l’ennesimo paventato aumento del 20% della Tari, che avrà un impatto assolutamente negativo su cittadini e imprese della nostra regione. Un vero e proprio paradosso se si pensa che già in Sicilia paghiamo costi incommensurabilmente maggiori rispetto ad altre regioni. Costi che ora rischiano di aumentare ulteriormente a causa della necessità di trasferimento dei rifiuti oltre i confini italiani, e che inevitabilmente andranno a gravare sulle famiglie limitando lo sviluppo socio-economico dei territori.

 

Di contro, l’approccio finora utilizzato riguardo alla risoluzione di uno dei problemi centrali della nostra regione è stato quello di lanciare fumo negli occhi agli amministratori locali e ai cittadini siciliani, con il facile slogan con cui si annuncia la realizzazione dei termovalorizzatori utilizzato, in ultimo, dal Presidente della Regione Renato Schifani.

 

Non ho preconcetti sullo smaltimento dei rifiuti attraverso il recupero energetico, ma questa soluzione rappresenta un segmento non prevalente nell’alveo di una strategia complessiva con l’obiettivo di chiudere il ciclo dei rifiuti. Riteniamo che il tema vada affrontato con la dovuta ragionevolezza e serietà nei confronti dei siciliani, anche perché è doveroso rammentare che secondo la normativa europea, obbligatoria per gli Stati membri e recepita dall’Italia, il recupero energetico è previsto solo per una parte residua dei rifiuti; quindi, non può essere il punto di partenza di un ragionamento per risolvere lo storico problema dell’emergenza dei rifiuti in Sicilia.

 

In particolare, si citano le seguenti direttive europee:

Direttiva