Il procuratore capo reggente di Agrigento, Salvatore Vella, ha fatto notificare due avvisi di conclusione delle indagini preliminari e ha contestualmente chiesto l'archiviazione del fascicolo per dieci indagati, responsabili della società Italgas.
Il caso è quello dell'esplosione di via Trilussa, a Ravanusa (Ag), che l'11 dicembre 2021 provocò nove morti, fra cui una giovane donna che avrebbe dovuto partorire dopo pochi giorni.
L'esplosione sarebbe avvenuta "a causa delle gravi carenze nel processo di posa in opera e saldatura del tratto di tubazione del gas".
L'avviso di conclusione delle indagini, atto propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio, è stato disposto per un ottantottenne, il responsabile tecnico della Amica srl (impresa incaricata dalla committente Siciliana gas dell'esecuzione dei lavori di posa della tubazione della rete distribuzione gas a Ravanusa) e per il 76enne firmatario del collaudo tecnico-amministrativo del Comune di Ravanusa, nonché direttore dei lavori e firmatario della relazione finale sui lavori di costruzione della rete di distribuzione di primo impianto.
Nei loro confronti vengono ipotizzati i reati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e disastro. Con l'avviso di conclusione delle indagini i difensori avranno 20 giorni a disposizione per visionare gli atti e articolare una prima strategia processuale.
Secondo la Procura, le opere di raccordo delle due condotte, realizzate fra il 1985 e il 1988, sono state eseguite in maniera maldestra. Proprio nel tratto di via Trilussa, qualche minuto prima della deflagrazione innescata dall'accensione di un elettrodomestico, si era verificato un cedimento strutturale che aveva provocato la vasta fuga di gas.
La richiesta è stata notificata ai familiari delle vittime che potranno presentare opposizione e chiedere al Gip di non archiviare le posizioni.