Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
01/06/2023 10:30:00

Trapani, concluso il ciclo di incontri ANSMeS alla scuola "Calvino-Amico”

Lunedì 29 maggio l’ultimo incontro promosso dal presidente provinciale dell’A.N.S.Me.S Roald Vento con gli studenti che frequentano il Corso in Management dello Sport dell’Istituto Tecnico “Calvino - Biagio Amico” di Trapani, un’iniziativa che ha visto l’intervento di diversi esperti sportivi impegnati nell’approfondire tematiche già affrontate dai ragazzi a livello scolastico.

L’ultimo incontro ha avuto come tematica “Lo sport paralimpico” ed è stato condotto dal Prof. Gaspare Majelli, Consigliere Federale della FISDIR nonché stella d’oro CONI.

Durante l’incontro è stata trattata l’evoluzione storica dello sport paralimpico, da Ludwig Guttmann e Antoni Maglio fino ai giorni nostri, ma in modo particolare sono state affrontate tutte le finalità dello sport sulle persone con disabilità che oltre a migliorare il soggetto dal punto di vista motorio, dà un’opportunità unica per la crescita affettiva e relazionale di quei soggetti che vivono un grosso disagio nell’inserimento sociale.

Attraverso i filmati presentati, è stato possibile far vedere a chi non conosce questo mondo, come grazie allo sport questi ragazzi superano qualsiasi barriera, facendo cose eccezionali e soprattutto dimostrando che tutti possono fare “tutto”, indipendentemente dalla difficoltà personali, perché il blocco è esclusivamente mentale e culturale.

Nel corso dell’intervento è stato trattato anche l’aspetto sociale e culturale che ancora oggi rimane fragile; infatti, la prima barriera da superare non è la disabilità, ma un aspetto tristemente culturale che spesso vede la famiglia “custodire” e “proteggere” in casa i propri figli, privandoli così di una grande opportunità di crescita, di inserimento sociale e delle emozioni che lo sport può loro regalare.