Tutto prevedibile. Alla fine dentro il Pd di Trapani volano gli stracci. L'apparente tregua per le elezioni amministrative nascondeva un fuoco.
Divampa il botta e risposta, tutto consumato sulla stampa, giammai chiusi nelle stanze di una segreteria, giammai dirsi o urlarsi le cose in faccia senza necessariamente passare dai comunicati stampa. Tutto finisce in caciara, che poi allontana ancora la gente dalla politica, è tutto come una soap opera, oggi parla Tizio, domani si aspetta il contro attacco di Caio e lo show è servito.
A replicare a Domenico Venuti, segretario provinciale dem, che accusa Tranchida di essere accompagnato dalla Lega, è proprio il neo riconfermato sindaco della città di Trapani: “Nelle elezioni amministrative del 2018 abbiamo proposto solo liste civiche, inclusive della società civile trapanese, alimentando la partecipazione attiva nella politica cittadina di tanti giovani, donne e professionisti. Brillante (e l’attuale suo dante causa Venuti) non batté ciglio, anzi ebbe a essere protagonista con la lista civica Demos e poi partecipando direttamente al governo cittadino in ruoli diversi e anche personalmente fino a due mesi fa. Nel 2018 la lista Trapani Tua faceva parte della coalizione come oggi, garantendo sostegno protagonista all’azione di governo. La falsa ricostruzione politica in salsa leghista da queste parti fa solo ridere. Questa la storia e i fatti!”.
Poi Tranchida lancia una chiara accusa: “Maldestramente si vuole invece nascondere la verità: l’alleato strategico e dunque la gamba della destra a queste elezioni comunali è stato invece il PD provinciale di Venuti, sponsor della candidatura Brillante e di fatto “padrino” di Miceli. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: sonoramente bocciati! Intanto dai trapanesi, compreso l’elettorato del PD. Venuti può anche intentare un altro ricorso politico ma il giudizio degli elettori del PD trapanese l’ha bocciato ancora una volta. Tragga finalmente le conseguenze, il PD ne guadagnerà anche in termini di coerenza e credibilità. Ribadisco, da sempre sono a servizio della mia gente, notoriamente ho le mie idee politiche, ma non ho mai avuto padroni ne padrini compresa certa “casta” di dirigenti del PD”.
A replicare a Venuti pure il deputato regionale dem Dario Safina: "La cosa che mi sorprende maggiormente, in merito alle dichiarazioni che ho letto in queste ore da parte dell'attuale segretario provinciale del PD, il mio partito nel quale sono stato eletto e del quale porto alta la bandiera, è che non si riesce a fare opera di autoanalisi politica e, financo personale”.
Safina parla di comportamenti ambigui del segretario Venuti: “C'è, di fondo, un'ambiguità politica del gruppo dirigente provinciale che non fa altro che penalizzare il radicamento del Partito Democratico. Mi chiedo come si possa analizzare diversamente da tutto il resto del Paese quella che è evidentemente una strategia vincente del PD di Trapani che, notoriamente, ha costruito due liste a supporto del Sindaco Tranchida e vi ha fatto transitare dirigenti locali del partito che sono riusciti, unitamente ad espressioni di altri movimenti e società civile, a dare man forte e credibilità allo stesso Partito Democratico. Io stesso, nella qualità di deputato regionale del PD, ho contribuito a costruire una lista chiaramente di matrice democratica chiamando all'appello uomini e donne che si rivedono nel Partito Democratico. Con molti di loro avremo modo di ragionare su un percorso di rinnovamento del PD nella città capoluogo ed è questo lo spirito democratico che ha portato il mio partito ad ottenere quattro consiglieri comunali e a lavorare per la costruzione di un gruppo consiliare già dalle prime ore dopo l'esito del voto”.
L’onorevole poi riconosce alcuni errori: “ Al netto degli errori che la nostra coalizione ha commesso, e vanno ammessi candidamente, il PD adesso ha l'onore di doversi e sapersi confrontare con umiltà al suo interno e con la comunità trapanese dei democratici e delle democratiche tutte. Un'ambiguità, quella del gruppo dirigente provinciale del PD, che ha rischiato di far vincere la destra nel capoluogo. E' su questo che dovrebbero interrogarsi i dirigenti provinciali del PD ma, invece, continuano ad agire in danno del PD di Trapani e della comunità trapanese”.
Infine l’affondo: “Il risultato sancito dalle urne parla chiaro è ha bocciato l’attuale modello di gestione del Pd a Trapani. Non c’è altro da aggiungere sull’argomento se non il fatto che è arrivato il momento di cambiare rotta. Continuare ad alimentare inutili polemiche crea solo ambiguità, a danno delle comunità che intendiamo amministrare”.
E’ deflagrata quella che era già una guerra silenziosa, esistente da mesi, da più parti si sostiene che debbano prevalere le ragioni di unità ma la vera ed unica modalità, con cui si sta procedendo, è quella dello scontro che porterà non ad emorragie, ma a muro contro muro.