Per quarant’anni è stato un passo di lato. Al fianco dei grandi boss. Ha attraversato tutte le stagioni della mafia trapanese. Uscito indenne dalle guerre di mafia. Gran conoscitore e gran consigliere dei capi. Nino Buzzitta, torna però in carcere, perchè nonostante gli arresti domiciliari si incontrava nei retrobottega dei bar con altri pregiudicati.
Figura di spicco nella mafia trapanese, Nino Buzzitta, è stato arrestato nei giorni scorsi per ripetute violazioni dei divieti che gli erano stati imposti.
Chi è Nino Buzzitta
La sua storia si intreccia con quella della criminalità organizzata di Trapani degli ultimi 40 anni. Buzzitta si è guadagnato l’essere “uomo sintuto” nella consorteria mafiosa quando Totò Minore guidava la cupola di Trapani negli anni '80. Poi, nella guerra di mafia dei primi anni 80, Minore viene fatto uccidere da Totò Riina. Nonostante lo sterminio degli avversari voluto da Riina, Buzzitta resta a galla. E’ gran conoscitore delle dinamiche mafiose, e può essere utile ai nuovi capi. Anzi, può essere lui destinatario dell’investitura.
Capo mancato
Buzzitta è sempre stato vicino ai capi, pronto a consigliare e suggerire. Era indiziato di diventare il nuovo capo della mafia trapanese a cavallo degli anni 90. Erano anni determinanti per cosa nostra trapanese, si affacciavano nuove leve, si affacciava nel panorama anche Matteo Messina Denaro. Poi però viene arrestato Buzzitta, il carcere impedisce la sua ascesa. Successivamente, Matteo Messina Denaro indicò Ciccio Pace come successore di Vincenzo Virga dopo l’arresto, ma Buzzitta continuò a svolgere un ruolo influente nella cosca di Trapani, offrendo consigli a Pace e ai figli di Virga.
Gran “consigliori”
Nonostante l'età avanzata, Buzzitta è rimasto attivo all’interno di cosa nostra. Buzzitta è stato coinvolto nella nuova vita della mafia trapanese, che cerca di riprendersi. Dà consigli su come gestire rapporti e appalti a Franco Virga, figlio dell'ergastolano Vincenzo. Lo ritroviamo infatti in una delle ultime grandi operazioni antimafia. Imputato nel processo "Scrigno" lo scorso 3 marzo era stato condannato dal Tribunale di Trapani, presieduto dal giudice Daniela Troja, a 21 anni di reclusione . La pena più alta per gli imputati del processo «Scrigno» scaturito da una operazione antimafia condotta dai carabinieri che fecero luce sui rapporti tra mafia, politica e impenditoria. Tra gli imputati, l'ex deputato regionale Paolo Ruggirello, condannato a 12 anni di reclusione.
Il ritorno in carcere
Buzzitta si trovava agli arresti domiciliari per sottoporsi ad alcune cure mediche, ma aveva il divieto di comunicare con soggetti diversi dai familiari conviventi. Proprio in ragione delle condizioni di salute, il Tribunale di Trapani aveva autorizzato l’imputato a lasciare il domicilio senza scorta, con l'espressa indicazione di percorrere la via più breve per il luogo da raggiungere, senza effettuare soste intermedie, nonché di comunicare alle autorità addette ai controlli, gli orari dei propri spostamenti. Dal dicembre 2021 e fino allo scorso aprile, gli investigatori avrebbero accertato ben trenta violazioni , documentate con fotografie in vari esercizi pubblici di Erice, Trapani e Paceco, tanto di giorno che di sera. Secondo gli inquirenti, l’imputato mafioso si sarebbe intrattenuto con individui estranei al suo nucleo familiare e anche con soggetti con precedenti di polizia. Gli incontri non autorizzati sarebbero avvenuti anche con modalità riservate, come per esempio nel retrobottega di un bar di Trapani Sulla base degli accertamenti di carabinieri e Dia, il Tribunale di Trapani ha disposto la custodia cautelare in carcere poichè ha ritenuto che l’imputato abbia dimostrato «l'incapacità di comprendere il valore e di garantire il rispetto delle prescrizioni». Da lì il ritorno in carcere per l’anziano uomo d’onore