Martedì scorso la sede dell’Associazione antiracket e antiusura di Alcamo è stata intitolata a Gaspare Stellino, imprenditore, titolare di una torrefazione e vittima di estorsione, morto suicida il 12 settembre del 1997 per evitare ritorsioni nei confronti dei propri familiari.
La cerimonia si è tenuta alla presenza del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, prefetto Maria Grazia Nicolò, unitamente al prefetto di Trapani, Filippina Cocuzza, del Sindaco di Alcamo, Domenico Surdi, del questore Salvatore La Rosa e del comandate provinciale dei Carabinieri Fabio Bottino. Alla cerimonia erano presenti anche i familiari dello stesso imprenditore, il figlio Isidoro, la madre Caterina Guinci e la sorella Eleonora ed una delegazione di alunni delle scuole medie.
“L’associazione ora si impegnerà con le scuole per non dimenticare e divulgare. Non bisogna dimenticare per non far più accadere eventi come quello di mio padre”, le parole Isidoro Stellino.
La signora Guinci ha ringraziato quanti in questi anni sono stati vicini alla famiglia. Il presidente dell’antiracket, Salvatore Di Leonarso: “Ci impegneremo a portare nelle scuole la vicenda di Gaspare Stellino, affinché i giovani capiscano come la mafia e i mafiosi riescano a portare la disperazione nelle persone”.
La sede dell’associazione sarà ubicata presso l’immobile sito in via XI febbraio, confiscato in danno di Natale Rimi, a suo tempo già intitolata all’imprenditore Stellino, che adesso sarà anche il nome dell’associazione stessa.
Nell’occasione, il Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura ha sottolineato l’importanza dell’attività svolta dall’Associazione in un territorio fortemente connotato dalla presenza mafiosa che ha mutato nel tempo il proprio modo di agire, non più, come avveniva in passato, ricorrendo al pizzo ed ai danneggiamenti, ma imponendo manodopera, fornitori e nuovi modi di condizionamento dell’economia legale.
Il Prefetto di Trapani ha evidenziato che le Istituzionsono presenti per fornire protezione e sostegno, anche economico, a coloro i quali, vittime di estorsione o usura, denunciano gli autori di tali reati, non tralasciando di sottolineare il fondamentale ruolo di supporto e di sensibilizzazione che deve essere fornito dalle associazioni antiracket e antiusura specie nell’attuale momento storico per la provincia, momento che impone un forte risveglio della società civile e della classe economico-imprenditoriale.
Chi era Gaspare Stellino - Questo il racconto. È il 12 settembre del 1997. Ci troviamo ad Alcamo e fa ancora caldo. Gaspare Stellino di 57 anni, titolare di una torrefazione in città, ha lo sguardo impaurito e la faccia di uno che è per troppo tempo rimasto solo. Quei giorni sono troppo caldi, e non solo perché è ancora piena estate, ma perché il piccolo commerciante deve essere interrogato a breve dalla DIA di Trapani. Nel 1996 era infatti scattata l’operazione Cadice che aveva portato all’arresto di circa 20 persone coinvolte nell’imposizione del pizzo ai commercianti. Gaspare Stellino doveva confermare le accuse e le prove raccolte con intercettazioni ambientali contro i boss di Alcamo del clan Melodia. Stellino si è trovato da solo in un “sistema” avvertito quanto mai subdolo: per lui mentire e negare i fatti non era nemmeno una possibile alternativa, non voleva raccontare il falso, ma era ben consapevole del rischio di esposizione a cui andava incontro confermando il vero. Era tormentato. Si sentiva abbandonato. Stellino diventa una delle tante vittime di quel racket delle estorsioni da sempre ostacolo allo sviluppo e alla crescita economica della Sicilia.