“Sono 376 i posti disponibili per le prossime immissioni in ruolo in provincia di Trapani in tutti gli ordini di scuola”. Lo rende noto il segretario generale Uil Scuola Rua Trapani Fulvio Marino.
“Il dato – spiega – è stato elaborato dalla Uil Scuola nazionale al termine delle operazioni di trasferimento provinciale e interprovinciale. Una volta che verrà pubblicato il decreto ministeriale per le assunzioni i posti dovrebbero essere suddivisi nella seguente maniera: 24 posti alla scuola dell’infanzia, di cui 14 su sostegno e 10 su posto comune; 67 posti per i docenti della primaria, di cui 27 su sostegno e 40 su posto comune. Per quel che riguarda il primo e il secondo grado i posti totali sono rispettivamente 172 (35 sostegno; 137 su varie discipline) e 113 (8 su posto di sostegno e i restanti 105 distribuiti sulle diverse discipline)”.
“L’immissione in ruolo di un buon numero di docenti in questa provincia – aggiunge –, che nella maggior parte dei casi coincide con la stabilizzazione di precari di lungo periodo, non può che renderci lieti. La tematica del precariato, tuttavia, resta centrale nell’azione di questo sindacato. Non dimentichiamoci, infatti, che il funzionamento degli istituti scolastici si regge anche su una buona fetta di personale precario, con contratto a tempo determinato, il quale a breve concluderà l’incarico e dovrà presentare Naspi”.
E aggiunge: “Il precariato deve essere eliminato dalla scuola. Proprio uno studio condotto a livello nazionale dalla Uil Scuola dimostra come ciò sia possibile. Nel 2021 ci sono stati in Italia 252.256 supplenti, tra insegnanti, educatori e Ata. Il costo per la stabilizzazione dei precari ammonta a 180 milioni. Ogni precario immesso costa allo stato 715 euro. Se si considera che il Pnrr ha messo a disposizione della scuola 30 miliardi per istruzione e ricerca e che nell’ultima manovra finanziaria ci sono 33 miliardi, si tratta di una cifra davvero sostenibile. Dunque, - conclude Marino - se l’obiettivo della politica è difendere la scuola statale e garantire la continuità didattica la soluzione è semplice”.