La privacy vale per tutti, anche per Matteo Messina Denaro. E così sono stati multati alcuni giornali che, nei giorni successivi all'arresto dell'ex latitante, avevano pubblicato on line la sua cartella clinica.
Il Garante della Privacy ha irrogato una serie di sanzioni a seguito della pubblicazione di dati sulla salute di Matteo Messina Denaro. Nell’esercizio del diritto di cronaca, la diffusione di dettagli sanitari di un individuo, anche se noto, incontra una serie di limiti.
Non assume rilievo il fatto che l’interessato non se ne sia lamentato, come pure la già avvenuta circolazione di notizie sul suo stato di salute.
L’autorità ha anche evidenziato una «assenza di sensibilità giuridica e deontologica che, invece, ci si aspetterebbe dagli operatori dell’informazione».
L’agenzia di stampa Adnkronos aveva pubblicato le foto della cartella clinica di Messina Denaro in cui compariva il nome di Andrea Bonafede e che conteneva informazioni riguardanti la diagnosi, risalente al 2020, di un cancro al colon. La foto è stata rilanciata da diverse testate. La notizia è che l’Adnkronos è stata sanzionata, visto «il divieto del trattamento dei dati sanitari indicati nell’articolo in esame, ivi compresi quelli contenuti nel menzionato referto di laboratorio posto a corredo dello stesso, nonché di ogni altra analoga informazione riportata in altri eventuali articoli pubblicati nel medesimo sito, nei termini sopra descritti». La sanzione comminata dal Garante della Privacy è di 15mila euro. Successivamente, per le altre testate che avevano diffuso la cartella clinica, sono arrivate altre sanzioni. Nella fattispecie, 2500 euro per DayItaliaNews, 15mila euro a Palermo Today e 2500 euro a LaCronaca24.