Sono disastrose le condizioni di vivibilità all’interno di molte carceri italiane. E non fa eccezione il carcere di Trapani.
E’ quanto ha sostanzialmente denunciato, dopo una visita al penitenziario del capoluogo, Rita Bernardini, presidente di “Nessuno tocchi Caino”, nel corso della conferenza sul tema “Pena e rieducazione” tenutasi sulla Terrazza di Villa Cavallotti, a Marsala, ad iniziativa, oltre che dell’associazione che lotta per condizioni più civili dietro le sbarre, anche dell’Osservatorio Carceri dell’Unione Camere penali e della Camera penale di Marsala (presieduta dall’avvocatessa Francesca Frusteri). Sul bastione di Villa Cavallotti c’erano anche Sergio D’Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino, il presidente del Tribunale di Marsala, Alessandra Camassa, il presidente della sezione penale dello stesso Tribunale, Vito Marcello Saladino, l’ex direttore del Dap, Dino Petralia, e in rappresentanza del direttivo della locale Camera penale e del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, Vito Cimiotta e Alessandro Casano. La Bernardini, dopo le visite alle carceri di Trapani e Castelvetrano, si è soffermata soprattutto sul primo, evidenziandone il sovraffollamento (oltre 500 detenuti) e le condizioni di non vivibilità.
“Nel settore blu, dove sono detenute persone con problemi mentali – ha detto la Bernardini – i bagni sono a vista e quindi i carcerati devono fare i loro bisogni osservati da chiunque passi da quelle parti. La pena non può mortificare così la dignità delle persone. Inoltre, nonostante si tratti del reparto di chi ha problemi di salute mentale, non c’è uno psichiatra… Il direttore del carcere, poi, dirige anche altri penitenziari e questo genera non pochi problemi… Per ogni cosa, infatti, occorre sempre la firma del direttore…”. E in queste condizioni parlare del principio della rieducazione cui deve tendere, per legge, l’esecuzione della pena inflitta a chi commette reati di una certa gravità appare davvero difficile. Anche se qualcosa si tenta di fare. Al Tribunale di Marsala, infatti, ha rivelato la presidente Alessandra Camassa, sono impegnati in alcune attività tre detenuti. Infine, Rita Bernardini, facendo una serie di numeri, ha affermato che lo Stato, per l’intero settore giustizia, spende meno dell’1% del suo bilancio complessivo: appena 10 miliardi di euro. Troppo poco, secondo la presidente di Nessuno tocchi Caino, per il servizio che questo settore rende allo Stato.