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23/06/2023 06:00:00

  I furbetti del gasolio in provincia di Trapani. Perchè “annacquare” il diesel è pericoloso

Li possiamo chiamare i “furbetti del gasolio”. Sono i benzinai che annacquano il diesel, lo miscelano con altre sostanze, per ottimizzare illegalmente i guadagni. Il rischio però è alto. Non solo per le auto, che subiscono danni importanti, ma anche perchè il carburante diventa più facilmente infiammabile.


Sono tante le segnalazioni in questi anni in provincia di Trapani di automobilisti rimasti in panne dopo aver fatto il pieno in questo o quell’altro distributore. Nel serbatoio gli era stato messo del carburante avariato. Proprio da queste segnalazioni traggono spunto i controlli a tappeto messi in campo dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli in provincia di Trapani.
I controlli hanno riguardato il 40% dei distributori in tutta la provincia di Trapani. Sono stati sequestrati 18 mila litri di gasolio non in regola e sono stati denunciati sette titolari di stazioni di rifornimento. L’accusa per loro è di frode in commercio. I controlli sono stati imbastiti per contrastare le frodi nel settore delle accise e delle altre imposte indirette sulla produzione e sui consumi dei prodotti energetici.
Un consistente dispiegamento di mezzi e personale, che hanno potuto mappare la qualità dei prodotti energetici forniti agli automobilisti della provincia di Trapani.


Nel dettaglio, i funzionari doganali, con l’ausilio del laboratorio chimico mobile in dotazione, unitamente ai finanzieri del Gruppo Trapani, della Compagnia Marsala e della Compagnia Alcamo hanno sottoposto a verifica circa il 40% degli impianti di distribuzione di carburante della provincia di Trapani, nonché depositi privati e autocisterne utilizzate per il trasporto di prodotti energetici presso gli impianti di distribuzione stradale,
I 18 mila litri sequestrati non erano a norma per il basso punto di infiammabilità, ed erano pronti per essere forniti agli automobilisti.
Perchè il gasolio modificato non è sicuro? La norma tecnica UNI EN 590:2022 prevede un punto di infiammabilità del gasolio per autotrazione pari ad almeno 55 °C, con la finalità di minimizzare il rischio della formazione di miscele facilmente infiammabili. I chimici del Laboratorio mobile dell’ADM, nei sette casi, hanno riscontrato punti di infiammabilità al di sotto della soglia limite e in alcune occasioni addirittura inferiori a 40 °C.
L’infiammabilità diminuisce miscelando, illegalmente, il gasolio con sostanze estranee come solventi, carburanti avio, benzine e oli vegetali esausti. Tutto ciò, oltre ad arrecare danno alle casse erariali per mancata corresponsione delle imposte gravanti sui carburanti destinati all’uso autotrazione, crea delle condizioni di pericolosità connesse al loro impiego sia per gli utilizzatori finali che per gli stessi operatori del settore.

Tra l’altro un carburante di scarsa qualità, pur non generando da subito anomalie di funzionamento delle autovetture, produce, nell’uso prolungato, effetti negativi sugli ingranaggi dei relativi motori, accrescendo le emissioni di gas di scarico oltre i normali limiti previsti dalle normative europee. Il tutto a danno della salute pubblica e dell’ambiente.

Per di più, il cliente finale acquista inconsapevolmente tale prodotto a prezzo pieno, ovvero
gravato da accise e IVA, in realtà non interamente versate allo Stato. È proprio per tali ragioni e al fine di evitare che il reato venisse portato a ulteriori conseguenze tramite l’erogazione e commercializzazione di questo prodotto, che i finanzieri e i funzionari doganali trapanesi hanno proceduto al sequestro, successivamente convalidato dai rispettivi GIP presso i Tribunali della Repubblica di Trapani e Marsala.