La storia del più grande disastro ambientale in Sicilia. E' quella raccontata da Fabio Lo Verso in "Il mare colore veleno" pubblicato da Fazi. E' il libro protagonista della puntata di questa settimana di Seguirà rinfresco, la rubrica culturale di Tp24.
“Il quadrilatero della morte”. Così è stato ribattezzato il tratto della costa siciliana tra Augusta e Siracusa – nel dopoguerra «il più bel posto della Sicilia» secondo lo scrittore Tomasi di Lampedusa – dove ha sede il più grande polo petrolchimico d’Italia, il secondo in Europa, un Moloch che produce il 37% del PIL della regione: tre impianti di raffinazione petrolifera, due stabilimenti chimici, tre centrali elettriche, un cementificio, due fabbriche di gas industriale e decine di aziende dell’indotto.
In questi trenta chilometri di territorio dove fabbriche, cisterne e ciminiere si estendono a macchia d’olio sfigurando il paesaggio, ormai da mezzo secolo si consuma un disastro ambientale di proporzioni incalcolabili. Veleni industriali di ogni tipo – mercurio, piombo, idrocarburi, arsenico, benzene, biossido di zolfo e diossine – hanno contaminato il mare, la terra, l’aria e le falde acquifere, e sono entrati nelle case per mietere vittime, tra caduti sul lavoro, morti per tumore e malformazioni congenite nei neonati.
Una tragedia colossale e silenziosa che assume le tinte dell’assurdo, allorché si scontra con l’immobilismo e la corruttela delle istituzioni, con bonifiche abortite e indagini insabbiate e con il cosiddetto “ricatto occupazionale”, che porta taluni ad affermare che sia «meglio morire di cancro che di fame».
Il mare colore veleno è un lucido e appassionante reportage dai quattro comuni dello sciagurato quadrilatero: dalla città di Augusta al borgo di Melilli, da quello di Priolo Gargallo al capoluogo Siracusa.
Qui dove il miraggio industriale si è dissolto in una lunga agonia sanitaria, economica e sociale, Fabio Lo Verso ha raccolto le testimonianze di attivisti, ex operai, sindaci, politici, procuratori, esponenti della comunità scientifica e difensori dell’industria, ma anche gente comune, famiglie colpite da gravissimi lutti, i cui sentimenti oscillano tra rabbia, paura e rassegnazione.
Il mare colore veleno è un libro-denuncia urgente e dirompente che fa finalmente luce sui retroscena, i risvolti e le possibili soluzioni di una vicenda drammatica di cui si è colpevolmente parlato troppo poco e che rischia di inghiottire, come un buco nero, il futuro di un territorio e dei suoi abitanti.
Nella prima parte del programma, invece, parliamo della nuova, straordinaria, stagione teatrale a Segesta, con il direttore artistico di Segesta Teatro Festival, Claudio Collovà.
Il cartellone del Festival prevede 14 rappresentazioni teatrali, 10 concerti, 4 spettacoli di danza, per un totale di 28 appuntamenti (36 con le repliche), fra cui 6 prime nazionali, 6 formazioni under 35 e tre spettacoli all’alba. Sostenuto dal Ministero della cultura e promosso dal Parco Archeologico di Segesta, il Festival ospita oltre 250 artisti e, sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, Francesco Paolo Scarpinato “propone eventi che attingono alla sapienza del passato e si spingono alla contemporaneità, in un gioco di rimandi che diventano specchio e fulcro del Mediterraneo con le sue culture”. Il taglio del nastro è venerdì 28 luglio con Alice che presenta nel Teatro Antico una nuova tappa del tour legato all’ultimo album “Eri con me. Alice canta Battiato”. Nell’impegno intrapreso quest’anno dal Festival a sostegno dei giovani under 35, sabato 29 e domenica 30, l’Accademia d’Arte dell’Inda, l’Istituto nazionale del dramma antico, con la regia di Mauro Avogadro, mette in scena “I conflitti di Lisistrata” di
Aristofane. Agosto inizia in musica con Lino Patruno, che si esibisce nel Tempio di Segesta con un progetto dedicato al primo grande violinista della storia del jazz Joe Venuti e al chitarrista Eddie Lang. È ispirato al romanzo in versi di Erri De Luca, Solo andata, il primo spettacolo di danza del cartellone: “Confini Disumani”. Enzo Cosimi, nome storico della coreografia d’autore, presenta “Coefore Rock&Roll”, seconda tappa del progetto Orestea. Il Parco archeologico, che comprende Contessa Entellina, Poggioreale, Salemi e Custonaci, promuove per il 2023 alcune iniziative complementari, racchiuse, da giugno a settembre, nel progetto Elyma. Venerdì 27 il concerto di chiusura al Teatro Antico è un tributo al disco capolavoro di Fabrizio De André La buona novella, rivissuto e reinterpretato in siciliano da Francesco Giunta.
Ecco la puntata.