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26/06/2023 06:00:00

Marsala. Parla il giovane disabile pestato a sangue: “Vivo nella paura. Non li perdono”

“Dall’aggressione vivo nella paura. Non esco di casa da solo. Perdono? No, non si perdonano cose del genere”.

Ha il volto segnato dalle percosse. Dai calci e dai pugni che per due interminabili minuti ha ricevuto. Racconta quegli attimi, terribili, a Tp24, l’uomo aggredito nella notte tra il 14 e il 15 giugno a Marsala, mentre stava comprando le sigarette in un distributore automatico di Contrada Cuore di Gesù. Due ragazzini, in scooter, si fermano, dicono qualcosa e poi lo picchiano, a calci e pugni. I due aggressori sono stati individuati, e uno dei due, maggiorenne, è stato arrestato, l’altro è minorenne, si procede a parte.
Il video di quell’aggressione ha fatto il giro d’Italia, ha indignato e preoccupato la comunità per l’allarme sicurezza che è nuovamente riemerso.

Lui, 32 anni, disabile al 70% dalla nascita per idrocefalo, lo incontriamo a Strasatti. Lo conoscono tutti in zona, lo rincuorano e gli danno solidarietà per quanto successo.
Si fa inquadrare di spalle, e preferisce non divulgare il suo nome. Lo chiameremo Giovanni, come nome di fantasia.

Racconta che quella sera stava rincasando e si è fermato al distributore automatico per comprare le sigarette. Quando si fermano i due ragazzini sembrano voler comprare le sigarette anche loro e pare che abbiano detto che non avevano la tessera sanitaria. “Io ho detto che gli avrei prestato la mia”. Poco dopo uno dei due apre l’auto di Giovanni, prende la chiave e la mette in tasca. “Gli ho detto che ‘stai facendo?’ Lui mi ha detto che disturbavo la sorella. Ma io non conoscevo nè loro, nè la sorella. Allora hanno iniziato a picchiarmi”. Giovanni racconta quei due interminabili minuti. “Non ho pensato a nulla, ho pensato solo a ripararmi dai colpi. Sono disabile, idrocefalo, ho una valvola nel cervelletto. Ho pensato a proteggermi altrimenti sarebbe finita peggio”. Dopo l’aggressione Giovanni ha chiamato la fidanzata, nel frattempo si sono fermate due ragazze, “due angeli” li chiama lui, che gli hanno dato soccorso. Poi è stato trasportato all’ospedale di Mazara del Vallo, dove gli è stato riscontrato un politrauma facciale, gli sono stati dati dei punti di sutura al sopracciglio, tumefazioni al viso, e dolori al polso e all’avambraccio. Fortunatamente le tac e gli esami neurologici non hanno riscontrato gravi conseguenze.


L’uomo è ancora scosso. “Sto moralmente a pezzi. Ho paura ad uscire da solo. Mi faccio accompagnare sempre da qualcuno. Quando passo dal luogo dell’aggressione ho i brividi”.
Racconta di non aver mai visto quei ragazzi. “Nel quartiere mi conoscono tutti, sanno che sono una persona buona. Dopo l’aggressione ho avuto la solidarietà di tante persone”.
Ma Giovanni (sempre nome di fantasia) non perdona. “Qualcosa da dire ai ragazzi? Che si facciano un esame di coscienza per quello che hanno fatto. Non si possono perdonare questi comportamenti”.

Ecco l'intervista.