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27/06/2023 13:33:00

La strage di Ustica. Il ricordo a Marsala e a Valderice

 Erano le 20.59 del 27 giugno 1980, quando il Dc9 dell’Itavia, in volo da Bologna a Palermo, con settantasette passeggeri a bordo e quattro membri dell’equipaggio, sparì improvvisamente, inabissandosi nelle acque dell’isola di Ustica, nel Mar Tirreno meridionale. In quell’esatto momento, l’aereo civile perse il contatto con il Centro di Controllo d’area di Roma Ciampino, da dove gli operatori ne stavano seguendo il regolare tragitto. Poi, il nulla, fino al mattino successivo, quando furono ritrovati i resti del velivolo e i resti soltanto di alcune delle persone a bordo. Non si salvò nessuno. Quella notte, persero la vita ottantuno persone. Da quella notte, sono trascorsi quarantatré anni e la verità, tutta la verità sulla strage di Ustica, non è ancora stata conosciuta. E, probabilmente, non la si conoscerà mai. Benché non ci sia un atto formale, la strada sembra, difatti, tracciata: per l’indagine avviata dalla Procura di Roma oltre quindici anni fa, si va verso la richiesta d’archiviazione.

La Procura di Roma riaprì le indagini nel giugno del 2008, dopo aver convocato e sentito come testimoni il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, e Giuliano Amato, ai tempi sottosegretario alla presidenza del Consiglio. L'iniziativa fece seguito alle dichiarazioni di Cossiga, secondo il quale ad abbattere il DC 9 sarebbe stato un missile "a risonanza e non ad impatto", lanciato da un aereo della Marina militare francese. Agli atti dell'indagine ci sono i verbali di audizione di alcuni piloti francesi, che hanno confermato come quella notte fu intenso il traffico aereo dalla base militare in Corsica. In una sentenza del 2013, poi la Cassazione afferma che la tesi del missile "è abbondantemente e congruamente motivata" e che il fallimento della società Itavia potrebbe essere legato alla "significativa attività di depistaggio" messa in atto negli anni intorno alla vicenda.

Le perizie hanno stabilito che il Dc9 dell'Itavia sarebbe stato abbattuto dall'onda d'urto di un missile, che è esploso a poca distanza dalla fusoliera. Esclusa, quindi, la pista della bomba a bordo, una delle ipotesi inizialmente contemplate, come pure l'idea di un cedimento strutturale del velivolo, oppure di una collisione con un altro aereo militare.

In quegli anni, era in corso una guerra dichiarata tra Italia, Malta, Libia, Francia e Stati Uniti, per il controllo dei giacimenti petroliferi del Mediterraneo e la sfera di influenza di Malta, allontanatasi dagli USa per tenere una posizione di neutralità e, quindi, avvicinatasi dapprima alla Libia di Gheddafi e poi all'Italia. In quello stesso periodo, il Tirreno meridionale, era usato dalla Nato per esercitazioni militari. In questo scenario, quindi, si verificarono scontri armati nei cieli e nei mari di quell'area geografica.

VALDERICE.  Alberto Bosco ed Andrea Guarano, di Valderice, viaggiavano a bordo dell'aereo civile DC9. Sono stati ricordati oggi, con un momento sentito e partecipato, con la presenza di molte autorità civili, militari e religiose. "Una giornata resa particolarmente triste dal lungo scorrere degli anni non illuminati dalla verità; quella verità che le famiglie delle vittime hanno sempre ricercato. È proprio a loro che rivolgo un pensiero commosso, e a tutte le donne, gli uomini e i bambini, la cui vita è stata spezzata da un destino ancora incomprensibile" dichiara il Sindaco Stabile. 

MARSALA. Oggi alle 18 e 30 anche a Marsala manifestazione, come ogni anno, alle 18 e 30, a Capo Boeo, per deporre dei fiori in mare in ricordo dei marsalesi vittime della strage.