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28/06/2023 06:00:00

  Il pestaggio a Marsala. La difesa: “E’ stato un equivoco”. Il Comune "parte civile"

Resta in carcere il 18enne che la notte tra il 14 e il 15 giugno, assieme ad un minorenne, ha pestato a sangue un giovane mentre stava comprando le sigarette in un distributore automatico sulla Statale 115 a Marsala.

Il ragazzo dovrà rispondere di rapina pluriaggravata e tentate lesioni gravissime. Il giovane arrestato, tra l’altro, si trovava agli arresti domiciliari per la  sparatoria avvenuta qualche settimana fa a Petrosino. Per l’altro ragazzo, il minorenne, invece si procede in separata sede, con la denuncia presentata al Tribunale dei Minorenni.


I due giovani hanno preso a calci e pugni un ragazzo di 32 anni, disabile dalla nascita, per due interminabili minuti. Il tutto è stato ripreso dalla videosorveglianza, e le immagini hanno fatto il giro d’Italia.
I legali del giovane arrestato danno la loro versione.
“Tutto nasce da un equivoco - dice l’avvocato Piero Marino, legale del giovane arrestato - la sorella di questo ragazzo veniva infastidita da un soggetto che aveva addirittura creato un profilo falso su Facebook. Il giovane e questo signore si erano dati appuntamento al tabacchino di contrada Cuore di Gesù. L’uomo con il quale doveva avere l’appuntamento aveva dato come elemento distintivo una Fiat Punto bianca col faro rotto. Fatalità vuole che arrivati lì i ragazzi trovano una macchina identica. Si renderanno conto, poi, che non si trattava della persona che dovevano incontrare. La finalità dell’incontro non era quello di rapinare”.

 

 


Il giovane, per l’aggressione, è accusato di rapina pluriaggravata e tentativo di lesioni gravissime. I legali puntano a far cadere l’accusa di rapina, “non c’era l’intento di appropriarsi dei beni del ragazzo”. Escludono la rapina, puntano sullo scambio di persona e non associano l’episodio a fatti da “Arancia Meccanica” . “Il comportamento è deprecabile, ma questo episodio non rientra in un allarme sicurezza, o in casi di baby gang, di bande che girano a picchiare la gente. E’ un episodio circoscritto, nato da un equivoco”.
Intanto il sindaco di Marsala fa sapere che in un eventuale processo il Comune si costituirà parte civile.
"Nel rinnovare il mio personale grazie e quello della Città alle Forze dell'Ordine che hanno prontamente individuato i responsabili, ho avviato la procedura perchè Marsala si costituisca parte civile nell'eventuale processo penale a loro carico. La comunità è stata offesa dal brutale atto e alla città è stato arrecato un danno di immagine non indifferente, tenuto conto della negativa eco della notizia a livello nazionale e non solo”, afferma il sindaco Massimo Grillo.


A questa assurda storia di violenza fa da contraltare, dà segno di speranza, il gesto di due ragazze che si sono fermate a prestare soccorso al giovane malmenato. Lui le chiama “angeli custodi”, ed ha ragione, perchè non sarebbe stato certamente da tutti intervenire in una situazione così, di violenza. Le ragazze hanno risposto all’appello di Tp24. Così una delle due racconta cosa le ha spinte a fermarsi.

 

 


“Eravamo di passaggio in auto, io ero alla guida e ho visto perfettamente quei due esseri che massacravano il povero ragazzo, d’istinto ho fatto inversione di marcia appena possibile per aiutarlo, lì per lì avevo timore perché queste persone potevano anche prendersela con noi, ma quando ho fatto inversione di marcia i due esseri sono saliti sul motorino e sono scappati via, quindi siamo corse ad aiutare il ragazzo, abbiamo cercato di tranquillizzarlo e gli abbiamo dato un po’ d’acqua. La rabbia era tanta, vedevo che il ragazzo era confuso perché anche lui stesso non capiva quest’aggressione. Abbiamo aspettato che arrivassero i suoi familiari per andare via e non lasciarlo da solo. Volevamo ringraziare dal profondo del cuore il ragazzo per le belle parole che ha speso per noi,questo è il minimo che un essere umano potesse fare. Speriamo con tutto il cuore che possa riprendere in mano la propria vita il prima possibile e dimenticare questo terribile episodio”.
Un gesto, quello di queste due ragazze, che rappresenta un segno di speranza, davanti all’avanzare di episodi di violenza.