«Dal dicembre scorso attendiamo dall’assessore alla Salute una risposta alla interrogazione sulla realizzazione della radioterapia all’ospedale Sant’Antonio di Trapani, e da 14 anni i cittadini trapanesi e dell’hinterland attendono questo importante servizio sanitario. La sola radioterapia di Mazara del Vallo per tutto il territorio della provincia non può e non potrà mai bastare».
Lo ha detto la deputata regionale, Cristina Ciminnisi (M5S), raccogliendo i timori avanzati dalle forze sindacali del territorio che nei giorni scorsi, proprio all’interno di strutture sanitarie, hanno promosso una raccolta di firme contro l’autonomia differenziata, ipotesi di riforma delle istituzioni regionali che rischia di penalizzare ancora di più la malmessa sanità siciliana.
«Il Piano Oncologico Nazionale – sintetizza Ciminnisi – prevede nel quinquennio 2022-2027 un numero crescente di pazienti oncologici, spesso con metastasi, che necessiteranno di trattamenti di radioterapia altamente mirati perché possa migliorare la loro qualità di vita. Nonostante questa evidenza statistico scientifica l’ospedale di Trapani non ha ancora la radioterapia, chiesta a gran voce già nel 2010 con una petizione popolare di oltre 30mila firme».
«Sappiamo – continua la deputata – di un progetto definitivo dell’ASP per una struttura che si dovrebbe sviluppare su quattro elevazioni, con un impegno di 17.400.000 euro, ma non abbiamo mai visto l’apertura di un cantiere, né sappiamo se tali somme siano bastevoli, se sia necessario trovare ulteriori finanziamenti, quando e se partiranno i lavori».
«La sanità pubblica trapanese deve offrire servizi di qualità, che non costringano i pazienti oncologici a trasferte faticose e impegnative in termini emotivi, fisici ed economici. Il Governo della Regione – conclude Ciminnisi – dimostri di voler investire sulla sanità pubblica, senza cedere terreno alla sempre più pervasiva presenza della sanità privata in provincia di Trapani. Non vorremmo che l’assenza di una radioterapia divenisse l’ennesima spoglia su cui si potrebbero concentrare le attenzioni rapaci di attività imprenditoriali decise a occupare gli spazi lasciati liberi, colpevolmente, dalle criticità del “pubblico”. Il diritto alla salute va garantito a tutti , senza ulteriori temporeggiamenti».