Matteo Messina Denaro è stato arrestato lo scorso 16 gennaio ed è già pronto il film che racconta la sua latitanza: “Lettere a Catello”. Ad interpretare il superlatitante sarà Elio Germano, quattro volte vincitore del David di Donatello come miglior attore protagonista. I registi, al loro terzo lungometraggio, sono i palermitani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, che avranno nel loro cast anche Toni Servillo, che interpreterà Catello.
Ma chi è Catello? Secondo Repubblica, sarebbe Antonio Vaccarino. Ovvero l’ex sindaco di Castelvetrano morto di Covid nel 2021, che aveva intrapreso col boss un’intensa corrispondenza per conto dei servizi segreti in modo da arrivare alla sua cattura, o per convincerlo a costituirsi. Il suo nome in codice però era Svetonio. Ma il film non si intitola “Lettere a Svetonio”, diversamente sarebbe stata la versione cinematografica dell’omonimo libro scritto dal giornalista e scrittore Salvatore Mugno, nel 2008. Che però pare non sia stato contattato dai due registi.
Si dirà che le lettere del boss a Vaccarino si possono trovare anche nelle carte giudiziarie. E anche quello è vero. Ma l’idea del capo di cosa nostra (trapanese) come scrittore che si racconta risale appunto ad una quindicina d’anni fa, quando Mugno pubblica con una casa editrice che oggi non c’è più, questo prezioso libretto di 126 pagine. E, provocatoriamente, si firma come curatore, lasciando il ruolo dell’autore allo stesso Matteo Messina Denaro. Un testo audace, che per più della metà delle sue pagine è fatto di analisi e riflessioni sia sulla biografia del capomafia che su questo suo insolito ruolo di scrittore. Difficile pensare che per il film nessuno lo abbia letto.
Ad ogni modo la scelta di un titolo “sbagliato” potrebbe essere anche una cautela per evitare querele. Lo si potrà intuire soltanto quando il film uscirà.
Se però l’indiscrezione riportata da Repubblica dovesse rivelarsi esatta, ci troveremmo di fronte ad un lavoro cinematografico che affronterebbe uno dei temi più controversi e oscuri della storia della caccia al latitante: appunto, il carteggio Svetonio-Alessio.
Per esempio, c’è da chiedersi se nel film, quelle lettere le scriva Messina Denaro oppure un amanuense. Non è un particolare da poco, soprattutto alla luce della recente perizia grafologica voluta dalla moglie di Vaccarino, in cui una corposa relazione sui pizzini rinvenuti in questi mesi e su quelli del passato, disposta dalla criminalista Katia Sartori, smentisce l’altra perizia calligrafica presentata dalla procura, in cui si affermava invece che la scrittura non fosse quella del boss.
Ma la perizia disposta dalla Sartori prende in considerazione anche la lettera di addio che Matteo Messina Denaro aveva scritto all’allora sua fidanzata. Una lettera scritta trent’anni fa, certamente disponibile all’epoca in cui si colloca quella della procura. Insomma le si potevano comparare già allora.
Dunque non si può fare a meno di chiedersi se “Lettere a Catello” darà delle risposte a qualcuna di queste domande:
E’ verosimile che Matteo Messina Denaro avesse avuto qualcuno che scriveva al posto suo, rivestendo questo ruolo per trent’anni?
Perché, nel corso del tempo, nessuno mise in discussione la perizia calligrafica della procura, magari chiedendo una controperizia?
Perché a Rai3, nella puntata di Report del 24 maggio 2021, Paolo Mondani intervista su una barca un tizio di spalle, con la voce contraffatta, che dice che le lettere di Messina Denaro le scriveva un suo amico ex carabiniere, bancario, dei servizi segreti?
Nessuno ha ancora contattato questo misterioso bancario che probabilmente si è preso gioco di Report? Perché non confrontare la sua scrittura con quella dei pizzini attribuiti al boss?
Come mai poi, in decenni di indagini, nessuno è riuscito a seguire i pizzini fino al destinatario? Anche se di “postini” ne sono stati arrestati tanti, la tracciabilità si è sempre interrotta sul più bello. Perché non ci sono riusciti nemmeno i servizi che, come si sa, hanno una libertà di movimento maggiore rispetto alla magistratura?
Perché l’azione di Vaccarino e dei servizi, volta alla cattura (o alla consegna) di Matteo Messina Denaro, fu di fatto stoppata con una fuga di notizie, dopo che tutto era stato comunicato anche alla magistratura?
Egidio Morici