Nove anni di reclusione. La richiesta di condanna, avanzata dai pubblici ministeri, Franco Belvisi e Brunella Sardoni, per l'ex sindaco di Trapani ed ex deputato regionale accusato di corruzione, traffico di influenze e violazione del segreto d'ufficio, nell'ambito del processo Mare Monstrum.
Il procedimento portò alla luce un giro di mazzette per i collegamenti con le isole minori. Nella cosiddetta “Tangentopoli del mare”, rimasero coinvolti anche gli armatori Vittorio ed Ettore Morace, padre e figlio. Al termine della loro requisitoria i Pm hanno chiesto la condanna di Girolamo Fazio che venne arrestato dai carabinieri nel 2017 durante la campagna elettorale per la sua ricandidatura a sindaco di Trapani.
L'operazione denominata Mare Monstrum, appunto, svelò un giro di mazzette alla Regione siciliana in cambio di favori sui contributi pubblici per le tratte navali per le isole minori. La posizione di Vittorio Morace, che nel frattempo è deceduto, era stata stralciata. Il figlio, Ettore, invece, patteggiò la condanna. L'inchiesta scattò in seguito alla denuncia presentata dalla dirigente regionale del Dipartimento mobilità, Dorotea Piazza che preso il posto di Salvatrice Severino imputata in un altro troncone della stessa inchiesta. Dopo la requisitoria dei Pm, spazio alle arringhe difensive. Poi parola ai giudici del tribunale innanzi al quale è imputato Girolamo Fazio.