“Una situazione senza precedenti. Ma il coordinamento dei soccorsi ha funzionato. Chiederemo lo stato di emergenza al Governo nazionale. Criminali dietro l’incendio di Segesta”.
Sono in sintesi le parole del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, sugli incendi che hanno devastato la Sicilia. Roghi devastanti da un capo all’altro dell’isola. Tre le persone morte, due cadaveri trovati carbonizzati, una anziana morta in attesa dei soccorsi bloccati dalle fiamme a Palermo. La discarica di Bellolampo a fuoco fa scattare l’emergenza sanitaria e l’invito a restare a casa. Fuoco ovunque.
Per schifani, però, la macchina degli interventi “funziona”.
“La situazione è sicuramente delicata, senza precedenti, perché le altissime temperature, unite ai soliti incendiari delinquenti, hanno creato e stanno creando un danno immenso” ha detto il governatore. Per il presidente della Regione quelli accaduti in Sicilia “sono fatti imprevedibili e imprevisti, perché ormai l'ecosistema è cambiato: d’inverno assistiamo alle bombe d'acqua, adesso a questi fenomeni che sono veramente pericolosi per l'incolumità di tutti. Un fatto del genere, con temperature così elevate, non credo abbia precedenti, come dicono gli osservatori. Evidentemente è la conferma del cambiamento dell'ecosistema, sia invernale che estivo: ci dovremo adeguare e organizzare per l'inverno, con la pulizia straordinaria di tutti i fiumi, progetto che stiamo già attuando, mentre per l’estate dobbiamo verificare quali contromisure adottare”.
Schifani ha annunciato di voler chiedere lo stato di emergenza: «Sono in attesa della relazione da parte della Protezione civile sulla situazione degli incendi in Sicilia in modo da poter dichiarare, già nella seduta della giunta di domani, lo stato di calamità e chiedere al governo nazionale il riconoscimento dello stato di emergenza per l’Isola».
“Ci sono danni ingenti ancora non quantificabili - prosegue il governatore - e numerosi roghi ancora attivi. Voglio rinnovare il ringraziamento della comunità siciliana a Protezione civile, Corpo forestale, Vigili del fuoco e volontari impegnati fin dal primo momento, con grande spirito di sacrificio e senso di responsabilità, ad arginare l’emergenza di questi ultimi due giorni”.
Il presidente della Regione è intervenuto anche sul rogo che ha devastato il parco archeologico di Segesta. “Per fortuna, è stato possibile verificare che non sussistono danni ai siti monumentali: il tempio, il teatro e la casa del Navarca sono rimasti illesi. Ma se, come sembra, il rogo è stato causato da una mano criminale, si tratta di un gesto gravissimo che va condannato con forza perché ha messo a rischio l'incolumità di chi vive nelle zone limitrofe e ha recato un grave danno al nostro inestimabile patrimonio storico-artistico. Mi auguro che si possa risalire al più presto ai responsabili”. Per l’assessore ai Beni Culturali Francesco Paolo Scarpinato è stato evitato il peggio grazie a “un’attenta programmazione e alle recenti opere di pulitura, scerbatura e potatura”
Le opposizioni attaccano il governo.
Ma per il Pd e il Movimento 5 Stelle il Governo Schifani non ha fatto abbastanza in termini di prevenzione. “L’emergenza caldo era prevista, l’emergenza incendi era più che prevedibile: è sconcertante assistere a quello che sta succedendo in Sicilia. Chiediamo al presidente della Regione Renato Schifani di riferire in aula su quello che sta succedendo: vogliamo sapere cosa è stato fatto ma soprattutto cosa, evidentemente, non è stato fatto per prevenire tutto questo e comunque per mettere le squadre operative nelle condizioni di affrontare nel modo migliore i roghi che stanno devastando il nostro territorio e che in molti casi hanno raggiunto centri abitati”. Lo dice Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars.
“Ci troviamo in una situazione incendi drammatica, in cui i governi nazionale e regionale non sono stati capaci di programmare e prevenire adeguatamente tutto questo; adesso non riescono a sopperire allo scempio che stiamo vivendo oggi. A nulla vale l'incarico del siciliano Musumeci a guida del dipartimento nazionale della protezione civile”. Lo dice Mario Giambona, parlamentare regionale del Partito Democatico.
“Mancano i canadair, la protezione civile, la guardia forestale e i vigili del fuoco non hanno le adeguate forze, risorse e organico per poter contrastare questa piaga, che è il risultato lampante di politiche che non hanno minimamente preso in considerazione la crisi climatica – conclude Giambona – è ora che il governo si prenda le proprie responsabilità, e che l'ex Presidente della Regione oggi ministro Musumeci dia immediatamente i mezzi in Sicilia, cercando di mettere almeno una pezza agli effetti del suo mal governo”.
Per il Pd Dario Safina “la propaganda del governo Schifani, alla prova del 9, si rivela per quel che è realmente: la Sicilia brucia, nonostante gli sforzi degli operatori, il patrimonio ambientale va perso e l’incolumità dei cittadini messa a rischio”.
“Non possono annunciarsi misure rivoluzionarie a medio termine, senza pensare all’immediato – continua Safina - e meno male che le forze di opposizione hanno chiesto a gran voce di utilizzare pienamente i volontari di protezione civile, perché altrimenti i forestali ed i vigili del fuoco avrebbero avuto ancor maggiori difficoltà a contrastare i diversi incendi. La Sicilia sta cambiando colore, sta diventando ‘nera’”.
Duri anche i 5 Stelle con il coordinatore regionale Nuccio Di Paola che sottolinea le carenze di vigili del fuoco. “Mentre la Sicilia brucia e necessita di uomini e mezzi, il Ministero dell’Interno toglie dal soccorso proprio in questi giorni, ben 130 vigili del Fuoco per l'espletamento di un corso di formazione della durata di 5 settimane per il passaggio alla qualifica di Capo Squadra. Proprio così, una scelta clamorosa che sta depauperando l’organico delle nostre caserme, mettendo a rischio gli operatori rimasti che sono in minor numero e sempre più sotto pressione".
Anche l’Mpa chiede “al presidente Schifani un intervento deciso verso il Governo nazionale affinché sia dichiarato lo stato di calamità naturale per l’interruzione prolungata dell'energia elettrica e dell'approvvigionamento idrico. Le comunità locali hanno subito gravi disagi e difficoltà, con interruzioni che si sono protratte anche per 24 ore consecutive. Questa situazione ha messo a dura prova la resilienza e la capacità delle famiglie e delle attività commerciali a far fronte alle sfide quotidiane, creando una spirale di disagi per la popolazione e il tessuto economico locale senza precedenti.”
Le reazioni dei sindacati
Il segretario generale della Cisl Fp Sicilia Paolo Montera accendendo un faro sul lavoro dei dipendenti e dei dirigenti generali che coordinano le protezione civile e corpo forestale
"I fronti aperti - prosegue Montera - gli incendi, l'asfalto rovente, le difficoltà alle reti e l'assistenza alle persone. E come sempre accade quando si deve fare fronte alle crisi, l'opinione pubblica riscopre come sia importante il personale. Per queste ragioni, mentre da ormai troppo tempo anche questi due dipartimenti operano in una grave e cronica carenza di organici, ci preme ribadire l'importanza di dare nuova linfa ai ranghi del Corpo forestale e della Protezione Civile. In entrambi i casi, - conclude il segretario della Cisl Fp Sicilia -, si tratta di fiori all'occhiello dell’amministrazione regionale che, come da noi spesso sostenuto, meritano di essere rilanciati con l'ampliamento delle capacità assunzionali".
Il responsabile provinciale di Fedagricoltura esprime vicinanza ai cittadini del territorio colpito dalle fiamme e dice che “necessita, ora più che mai, un ripensamento delle politiche di gestione ambientale, una seria attività preventiva e di sensibilizzazione, in maniera sinergica, istituzioni e parti sociali, anche con il supporto mediatico, per evitare che gli incendi, a causa delle sempre più anomale condizioni climatiche, e dell’azione talvolta irresponsabile dell’uomo, possano mettere a rischio, o ancora peggio distruggere, il prezioso patrimonio boschivo ed agricolo del nostro territorio”. Questo quanto dichiara il presidente provinciale di CIFA Italia, nonché responsabile di Fedagricoltura per la Provincia di Trapani, dott. Gaspare Ingargiola.
Agricoltura in ginocchio
“Il riconoscimento dello stato di calamità naturale per i danni ai vigneti causati dalle ondate di calore degli ultimi giorni”. A chiederlo alla Regione siciliana, è il presidente della Cia Sicilia Graziano Scardino.Il caldo torrido e i numerosi incendi alimentati dalle folate di vento, stanno causando danni ingenti all’ambiente e all’agricoltura. In particolare, stanno mettendo in ginocchio la viticoltura siciliana e i produttori di uva da tavola che in precedenza avevano subito il massiccio attacco di peronospora alimentata dall’umidità prodotta dai mesi di pioggia. “In particolare, sono state colpite le province di Palermo, Trapani, Agrigento e Caltanissetta - evidenzia Scardino - con il rischio di essere compromessa buona parte della produzione della campagna vitivinicola in corso. Pertanto, la Cia Sicilia chiede con estrema urgenza la dichiarazione di stato di calamità”.
A stretto giro l’assessore al’Agricoltura Luca Sammartino si è detto “preoccupato per le conseguenze per la nostra agricoltura. Intanto si superi l’emergenza - aggiunge l’assessore -, poi faremo la verifica dei danni. È anche necessario procedere con passo spedito nella ridefinizione di politiche per l’agricoltura incentrate sulla necessità di contrastare i cambiamenti climatici a cui la nostra Regione è più esposta, come i fatti di questi giorni dimostrano, combinando azioni di mitigazione e azioni di adattamento”.