E’ un affondo duro, deciso, che mette la politica davanti alle proprie responsabilità. L’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, è lapidario. “Gli incendi devastanti in Sicilia per colpa della politica”.
Non usa mezzi termini, e non fa sconti. Perchè troppo grande è la devastazione dei giorni scorsi. Ora che il fumo si è diradato, ora che le fiamme sono quasi tutte spente, il paesaggio carbonizzato, le case distrutte, i luoghi di cultura devastati mostrano tutto il dramma di un’isola violentata.
"Quello che è accaduto in questi giorni è l'esito ultimo di decenni di decisioni, di scelte, di gesti, di omissioni".
Afferma l'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice dopo aver visitato la chiesa di S. Maria di Gesù, andata a fuoco con i resti di San Benedetto il Moro, e aver espresso solidarietà ai frati. "La responsabilità di questo disastro ricade certo su chi ha avuto in mano la cosa pubblica, sulla politica, sulle nostre crepe educative - aggiunge Lorefice - come anche sul modo di annunciare il Vangelo delle nostre comunità cristiane; ricade su di noi, su di noi in quanto popolo".
Però il presidente della Regione, Renato Schifani, cambia prospettiva, e per lui gli incendi sono colpa dei "pazzi" piromani. Lo ha detto in un'intervista glissando sulle responsabilità della politica in termini di prevenzione, di organizzazione di mezzi e uomini, di controlli, di fondi non stanziati e progetti antincendio mai avviati.
Intanto la procura di Palermo indaga sui roghi che da lunedì sera hanno devastato le montagne attorno al capoluogo e di diversi centri della provincia. I fronti da approfondire sono tanti: dai fumi di biogas sprigionati dalla discarica di Bellolampo ai roghi che da Santa Maria di Gesù fino a Capo Gallo hanno ridotto in cenere ettari di boschi e macchia mediterranea.
È intanto arrivata a Palermo la task force «Incendi boschivi», il gruppo coordinato dal nucleo informativo antincendi boschivi del comando carabinieri per la tutela forestale, istituito a Palermo su richiesta del comando provinciale. I carabinieri stanno indagando per chiarire le cause dei roghi ed accertare eventuali responsabilità.
ARRESTATO UN PIROMANE
Dietro i roghi ci sono mani criminali. I carabinieri della stazione di Barrafranca hanno arrestato un uomo di 79 anni che avrebbe appiccato un grande incendio che ha distrutto 30 ettari di uliveti nella campagne in provincia di Enna.
Il piromane è stato fermato in flagranza da una pattuglia in servizio di controllo.
MISURE PER LE IMPRESE
“Misure urgenti per il sostegno alle imprese e agli operatori economici che stanno vivendo momenti drammatici anche a causa dell’emergenza che ha colpito l’aeroporto di Catania e, di conseguenza, il sistema aeroportuale siciliano”. E’ il contenuto della richiesta che, a nome dell’intero sistema, il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, ha formalmente inoltrato al governatore Renato Schifani. “Purtroppo, non eÌ€ un fenomeno inatteso o straordinario e solo la casualità non ha determinato danni peggiori a questo piuttosto che a un altro territorio siciliano. Oggi ci risvegliamo con una Sicilia in ginocchio, alle prese con roghi, la maggior parte di certo di origine dolosa, che non si contano più mentre la flotta dei Canadair eÌ€ assolutamente insufficiente: dunque servono mezzi e uomini”.
“Oltre ai roghi, sottolineiamo la mancanza dell’energia elettrica e di conseguenza dell’acqua, situazione che nel territorio etneo ha creato notevolissime difficoltaÌ€ alle imprese ed alle famiglie. In queste ore, inoltre, siamo venuti a conoscenza che l’Enel investirà in Sicilia, per adeguare i servizi, oltre 400 milioni di euro, probabilmente provenienti dal Pnrr. Ci chiediamo: se questi investimenti erano previsti, perché aspettare l’emergenza?”.
RIAPRE SEGESTA
Il Parco archeologico di Segesta torna fruibile dopo l’incendio divampato nei giorni scorsi. Lo rende noto l’assessore ai Beni culturali e all'identità siciliana.
La seconda edizione del Segesta Teatro Festival, diretto da Claudio Collovà, è pronta a partire con la sua programmazione dopo il vasto incendio che ha colpito la vasta area circostante il Parco Archeologico di Segesta, distruggendo ettari di vegetazione e anche strutture di servizio del sito regionale ma lasciando intatti il Teatro Antico e il Tempio di Afrodite Urania. Una ferma volontà di non piegarsi e operare nel nome della Cultura e delle Arti – musica, teatro, danza – che per un mese animeranno le notti di questo luogo magico. Al Parco Archeologico diretto da Luigi Biondo si lavora senza sosta per inaugurare l’edizione 2023 del Festival ormai alle porte e accogliere il pubblico in perfetta sicurezza. Uno sforzo, reso possibile grazie all’impegno di tutto il personale del Parco, del Corpo Forestale, delle aziende del territorio e di tutti coloro che si sono prestati ad intervenire per garantire il Festival.
Il ricco calendario di appuntamenti, pronto ad animare le preziose “pietre antiche” del complesso monumentale tra i più suggestivi dell’Isola, si apre con il concerto di Alice dal titolo Eri con me, in programma venerdì 28 luglio alle ore 21.00 al Teatro Antico.
La cantante, accompagnata sul palcoscenico da Carlo Guaitoli, pianista e direttore d’orchestra, già speciale collaboratore di Franco Battiato per oltre vent’anni, e dalla violoncellista Chiara Trentin, con la sua personalità vocale unica e un percorso artistico sempre in evoluzione, si fa ancora una volta strumento della musica del Maestro, che ha affiancato per anni scambiando con lui riflessioni e momenti creativi rimasti nella storia della musica italiana.
Intanto sembra che il governo Schifani abbia accettato la proposta di stanziare 500 mila euro per il parco.
SAN VITO
“Nei due giorni dalla notte in cui l'incubo del fuoco ha devastato il nostro territorio, mettendo a repentaglio la vita di tante persone e distruggendo, oltre al patrimonio naturale, abitazioni, strutture, mezzi, abbiamo lavorato - e continuiamo a farlo - per gestire l'emergenza in cui ci si è ritrovati, valutando i danni materiali, verificando le possibilità e attivando gli iter per ricevere e dare aiuti a chi ha perso tutto e ha subito danni economici gravissimi”.
Lo dice il sindaco di San Vito Lo Capo, Francesco La Sala, ricordando quelle ore drammatiche. San Vito avvolta dalle fiamme, la Riserva dello Zingaro minacciata dal fuoco, gli ospiti di Calampiso evacuati via mare mentre le fiamme li stringevano a tenaglia. .
“Il nostro pensiero si concentra su quanto è accaduto, sui motivi che, al di là delle condizioni meteo, hanno determinato la nostra e le altre tragedie in tutta la Regione, al fatto di esserci ritrovati senza ausilio di mezzi aerei nonostante le reiterate richieste, argomenti che richiedono, di certo, riflessioni e interventi che sono al di sopra di quanto compete all’amministrazione comunale ma su cui, a nostro parere, va focalizzata l’attenzione di Enti maggiori per soluzioni che guardino al bene di tutti” conclude il sindaco in un post in cui ringrazia tutti coloro che si sono spesi per salvare la città dal fuoco.
LA POLITICA
Sono giorni di riflessioni e reazioni nel mondo politico. I partiti d’opposizione al governo Schifani puntano il dito. In provincia di Trapani prende posizione il Pd per il quale questi giorni devastanti per il territorio trapanese “impongono una profonda e concreta riflessione da parte della politica regionale e nazionale”.
“Sul tema della prevenzione incendi siamo abituati a sentire annunci di svolta addirittura definiti epocali sia dall’attuale Presidente della Regione, Renato Schifani che dal suo predecessore Musumeci oggi Ministro, con il risultato che ci troviamo ancora oggi con la maggior parte degli incendi di natura dolosa ad opera della criminalità organizzata e di veri e propri delinquenti” si legge nella nota del Pd provinciale.
I dem chiedono “che il Presidente Schifani e il Ministro Musumeci vengano ad illustrarci come mai i tanti strumenti, a detta loro messi in campo, non hanno funzionato. Occorrono risposte chiare e trasparenti perché non si può vivere sempre e solo di annunci”. Il Pd chiede uno scatto di dignità “affinché si possa seriamente risolvere un problema che ogni estate puntualmente torna a minacciare la Sicilia”.
Sugli incendi in Sicilia è intervenuto anche Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra: “la Regione ha dimostrato ancora una volta la sua totale inadeguatezza nel fronteggiare l’emergenza incendi”. Secondo Bonelli, la responsabilità dei roghi divampati negli ultimi giorni è del governo: “Fino a quando non ci saranno una cultura della prevenzione e un piano strategico di messa in sicurezza e di controllo del territorio, i siciliani non saranno al sicuro. Il piano triennale antincendio presentato in pompa magna e approvato dalla giunta Schifani il 14 luglio, pochi giorni prima dei roghi che hanno devastato l’isola, dimostrano proprio l’impreparazione nella gestione dell’emergenza”.
L’ecologista ha spiegato il motivo del ritardo nell'approvazione del piano: “La Regione ha sempre avuto altre priorità, come il ponte sullo Stretto che pesa 14,6 miliardi sulle casse dello Stato e che oltretutto sarebbe tutto fuorché sicuro, giacché si ha intenzione di realizzarlo in un’area sismica. L’isola avrebbe bisogno di depuratori per contrastare la desertificazione in atto, di strumenti per fronteggiare la crisi climatica, come la tecnologia satellitare e il monitoraggio sensoriale per il controllo delle zone a rischio”.