È considerato il maestro del thriller italiano. Donato Carrisi, scrittore di successo, autore di
numerosi best seller tradotti in oltre trenta lingue, regista e sceneggiatore di serie televisive e film, conosce la paura, quella ancestrale, che ti entra nella pancia, ti afferra dall’interno e ti fa precipitare in una voragine buia.
“La paura è dentro di noi”, ha spiegato ieri nel corso del Festival del noir mediterraneo “Come è profondo il mare”, organizzato dal Comune di Favignana, in corso in questi giorni all’ex Stabilimento Florio. “Quella che racconto io nei miei libri è una paura che il lettore già conosce. Io vado a pescare nel cuore di chi mi legge una paura familiare, magari appresa nell’infanzia. Noi veniamo al mondo spaventati. I neonati piangono quando nascono, poi vengono consolati dall’amore materno. Noi pensiamo di avere superato le nostre paure dell’infanzia, invece ce le portiamo appresso, sono dentro di noi, magari si sono anche trasformate, non le riconosciamo più, io le riporto alle origini”.
Rispondendo alle domande di Giancarlo De Cataldo, curatore della rassegna, Carrisi ha svelato alcuni trucchi del mestiere di giallista.
“La paura si costruisce artificialmente. Ci sono delle tecniche. Una delle più comuni è prendere qualcosa di puro, di innocente e trasformarlo attraverso il racconto in qualcosa di spaventoso. Faccio un esempio. Non c’è suono più bello della risata di un bambino, tranne se la senti di notte, sei solo in casa e non hai figli. È cosi che si costruisce la paura”.
Un sentimento forte, ha spiegato Donato Carrisi, capace di scatenare grandi emozioni e turbamenti: “La paura è un sentimento nobilissimo. È l’unico, insieme con l’amore, che ci fa battere il cuore. Non ci emozioniamo allo stesso modo per nient’altro. Amore e paura sono molto simili. Da un punto di vista narrativo, per risultare interessanti bisogna utilizzare lo stesso costrutto, hanno bisogno entrambi di una vittima e di un carnefice. Attraverso il thriller si possono raccontare tantissime cose. Quello che noi giallisti non facciamo è avere uno scopo educativo, pedagogico, non mettiamo mai una morale in ciò che scriviamo e, soprattutto, non mettiamo noi stessi. Il lettore non leggerà mai un nostro libro sentendo la nostra voce nelle orecchie come capita a volte con altri autori che sono più letterari”.
Il festival del noir mediterraneo proseguirà oggi con il quarto incontro. Dopo Savatteri, Genisi e Carrisi, arriverà Diego De Silva, altro scrittore, drammaturgo e sceneggiatore di grande successo. L’inizio dell’incontro è previsto per le ore 21.30. L’ingresso è libero.