“Negli ultimi anni le cantine hanno cambiato format. E l’enoturismo è in continuo sviluppo. Il vino in Sicilia non è solo un eccezionale prodotto, ma un’esperienza”.
Stefania Busà, presidente del Movimento Turismo del Vino in Sicilia, ha ben chiaro come l’enoturismo per le cantine dell’isola non sia più solo una parte marginale dell’attività, ma un capitolo ormai trainante.
Oggi inizia la nuova edizione di Calici di Stelle, l’evento estivo più atteso dagli enoturisti e dagli appassionati del vino, promosso dal Movimento Turismo del Vino in collaborazione con l’Associazione Nazionale Città del Vino.
Quest’anno 30 cantine siciliane dedicano ai wine lover esperienze enogastronomiche uniche che, accompagnate da arte e musica, celebrano la ricchezza e la bellezza del territorio.
Si parte oggi, fino a domenica 20 agosto, qui il programma e le cantine coinvolte.
Qualche giorno fa si è tenuta la conferenza stampa di presentazione. E’ stata anche l’occasione per fare il punto su come stanno lavorando le cantine sul fronte dell’enoturismo, su come si è sviluppato il settore negli ultimi anni. E proprio Busà, manager di Rudinì vini, racconta come negli ultimi anni gli investimenti sull’enoturismo siano stati importanti e derivati da scelte rivoluzionarie. “Oggi bisogna sempre più puntare sull’enoturismo, ma occorre farlo con competenza, con attenzione, tenendo a mente che fare enoturismo non significa più offrire un semplice giro in cantina e una degustazione. Le cantine stanno sviluppando format nuovi e portando avanti investimenti importanti in nell’ospitalità, wellness, wedding, e wine experience”, aggiunge la presidente del Mtv. E in effetti sempre più cantine permettono di celebrare matrimoni, di soggiornare in cantina, di vivere la produzione e “respirar” la storia, le tradizioni, la cultura del vino e del territorio.
“Per questo vogliamo portare avanti il percorso di istituzionalizzare la vendemmia turistica”, dice il coordinatore Città del Vino in Sicilia Leonardo Ciaccio.
E’ un percorso iniziato già negli anni precedenti alla pandemia ma che negli ultimi due anni sta trovando nuova linfa. Un paio di dati sono importanti. Negli ultimi anni sono triplicate le cantine che offrono servizi enoturistici e il 90% delle cantine sull’isola si dedica almeno alle degustazioni.
Ci sono cantine, oggi, in Sicilia, che registrano sul proprio bilancio il 90% delle proprie attività alla voce “enoturismo” e il restante nella produzione. In sostanza ci sono piccole cantine che hanno una produzione limitata, ma una storia e strutture attrattive. Altro dato. Il 70% dell’enoturismo per conto delle cantine è gestito da donne. Segno che le donne sono intervenute in un settore, quello del vino, storicamente maschile, lo hanno trasformato e salvato.
La produzione quest’anno sarà fortemente a rischio in Sicilia. Si calcola un 40% in meno a causa di peronospera e alte temperature. Una produzione che risente anche della crisi economica e dell’aumento dei costi energetici.
L'enoturismo si sta rivelando una strategia vincente per promuovere la diversità e la qualità dei territori siciliani e valorizzare la cultura gastronomica dell'isola. Anche attraverso appuntamenti calendarizzati come Calici di Stelle che coinvolgono sempre più cantine e che godono del sostegno di enti finanziari, come la Fondazione Sicana e Sicilibanca che hanno deciso di scommettere sul progetto anche quest’anno.
Il modello è quello della California. Con l'unicità del patrimonio storico, culturale e paesaggistico dell'isola, la Sicilia ha tutte le carte in regola per diventare una wine destination di eccellenza, trasmettendo emozioni dai vigneti al vino al consumatore finale attraverso esperienze personali e storie dei produttori.