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03/08/2023 06:00:00

Caldo, incendi e peronospora mandano in tilt la vendemmia in provincia di Trapani 

 Gli agricoltori delle province di Trapani e Palermo stanno affrontando una grave crisi a causa dei danni subiti nella produzione di uva da mosto. È stimato che almeno il 40% della produzione sia andata persa a causa della peronospora e della forte ondata di calore che ha colpito la regione.

 

I grappoli sono stati fortemente compromessi, e se le alte temperature persistono, i disseccamenti diventeranno evidenti portando ad una drastica diminuzione della resa in molti vigneti. Il presidente della Cia Sicilia Occidentale, Camillo Pugliesi, ha chiesto l'intervento immediato delle istituzioni regionali e nazionali per affrontare la situazione di emergenza.

Le piogge abbondanti e l'umidità dei mesi precedenti hanno favorito la diffusione della peronospora, la malattia più grave per le viti, colpendo foglie, germogli e grappoli.

La burocrazia regionale si sta muovendo per stimare i danni subiti dagli agricoltori. Gli Ispettorati provinciali dell’agricoltura stanno inviando una relazione al Ministero dell'Agricoltura, con la stima dei danni da peronospora e documentazione fotografica, per una valutazione a livello nazionale.

La situazione è critica e richiede azioni immediate per sostenere gli agricoltori e affrontare questa grave crisi nell'agricoltura siciliana.


PD. "L'eccezionale ondata di caldo di questi giorni accompagnata da incendi in tutta l'isola, che fa seguito alle ripetute piogge dei mesi scorsi, ha creato notevoli danni all'agricoltura siciliana ed in particolare alle produzioni vinicole. L'impatto dei cambiamenti climatici, che si somma al problema mai risolto della peronospera, rischia di fare crollare del 40% la produzione di uve da vino con un contestuale abbassamento della qualità delle produzioni locali che rappresentato una delle eccellenze che la Sicilia non può permettersi di perdere. Chiediamo dunque al governo regionale di predisporre un contributo immediato attraverso un apposito fondo da 15 milioni di euro per le aziende vitivinicole. Chiediamo inoltre che nella prossima legge di stabilità regionale venga previsto un fondo di almeno 20 milioni per andare incontro alle perdite del settore agricolo in Sicilia". Lo dicono il capogruppo Pd all'Ars Michele Catanzaro ed i componenti della commissione Attività produttive Dario Safina e Nello Dipasquale, che insieme con gli altri deputati del gruppo Pd hanno firmato una risoluzione presentata in commissione Attività produttive all'Ars.

 

PETROSINO. «È sotto gli occhi di tutti che la viticoltura trapanese (e non solo) stia attraversando una gravissima crisi. La pandemia prima e la guerra in Ucraina dopo hanno contributo a causare una riduzione dei consumi di vino a livello globale, con la conseguente giacenza di vino invenduto che molte cantine registrano. Tutto ciò implica serie difficoltà a pagare i produttori per mancanza di liquidità. Come se non bastasse, le condizioni meteorologiche avverse hanno acuito la situazione di crisi: le forti e anomale piogge di maggio e giugno hanno determinato l’insorgenza di fitopatie come la peronospora e hanno impedito di intervenire tempestivamente con i dovuti trattamenti per contrastare l’insorgenza dell’infezione. Inoltre, il caldo record delle ultime settimane ha comportato ulteriori e gravissimi danni da siccità su piante già compromesse e sofferenti, determinando una perdita di produzione che si ipotizza già elevatissima.

In questo contesto, è essenziale che l’amministrazione regionale agisca prontamente per sostenere gli agricoltori e le cantine sociali per preservare l’importante patrimonio agricolo e culturale della Sicilia.

Tuttavia, riteniamo che l’allocazione di soli 7 milioni di euro per affrontare una crisi così ampia e complessa sia decisamente insufficiente poiché una situazione come questa richiede misure diversificate per rispondere a problematiche diverse. Perciò, pur apprezzando gli sforzi che stanno mettendo in atto le autorità regionali per affrontare questa crisi – che rischia davvero di mettere fine ad un settore fondamentale per il nostro tessuto socio-economico come quello della viticoltura – riteniamo che sia fondamentale rivedere sia l’ammontare dei finanziamenti che la destinazione di questi al fine di adottare misure concrete ed efficaci per sostenere gli agricoltori in difficoltà.

Nello specifico, crediamo che la misura della distillazione di crisi rappresenti da sola una risposta insufficiente, circoscritta al sistema delle cantine sociali e che quindi non ha effetti diretti sui singoli agricoltori, che sopportano la pressione delle spese operative quotidiane, tra cui i costi per la manodopera e gli input agricoli. Pertanto chiediamo con forza che, oltre ai fondi stanziati per la distillazione di crisi, i vertici della Regione Sicilia intraprendano un approccio più globale per rispondere al grido disperato dei nostri agricoltori, tenendo conto di misure di sostegno economico, come quelle presentate e discusse su tutti i tavoli che ci hanno visti coinvolti, che nell’immediato possano dare sollievo ai produttori».

SALEMI. Il Comune di Salemi, in provincia di Trapani, accanto ai viticoltori che sono alle prese con i danni provocati della peronospora e dalle alte temperature. La Giunta, guidata dal sindaco Domenico Venuti, ha approvato una richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale indirizzata al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. I vigneti del territorio di Salemi sono in "gravissime condizioni", come si legge nella delibera di approvata dopo le numerose segnalazioni "corredate da rilievi fotografici" giunte all'Amministrazione dal mondo produttivo. La peronospora causata dalle piogge di maggio e giugno, unita alle alte temperature degli ultimi giorni, ha provocato "una perdita di produzione pari al 70% - sostiene la Giunta Venuti - con consistenti rischi sulla vitalità delle piante per i prossimi anni". Da qui la richiesta di stato di calamità naturale, presupposto per eventuali istanze di indennizzo e agevolazioni per il comparto. "Serve un intervento immediato da parte della Regione - dicono Venuti e l’assessore alle Attività produttive e agricoltura Antonino La Grassa - che metta in sicurezza un comparto vitale dell’economia di Salemi. Da giorni raccogliamo il grido d'aiuto dei viticoltori, una richiesta che sosteniamo in pieno e che auspichiamo venga raccolta senza se e senza ma dal governo regionale".

ALCAMO. La Giunta Surdi ha approvato la richiesta dello stato di calamità naturale per i danni subiti nel 2023 da infezione da peronospora della vite, oidio e appassimento anticipato della pianta. Dichiara il Vice Sindaco Caterina Camarda con delega alle attività produttive “nei giorni scorsi abbiamo incontrato i rappresentanti del settore agricolo ed abbiamo voluto fare nostre tutte le segnalazioni riguardanti le gravissime condizioni fitosanitarie in cui versano i vigneti del territorio di Alcamo. Abbiamo, quindi, ritenuto opportuno inoltrare al Presidente della Giunta Regionale della Sicilia la dichiarazione dello stato di calamità naturale nel territorio del nostro Comune per i danni subiti, ed in corso di accertamento, dalle aziende agricole a seguito degli eventi avversi, quali piogge abbondanti e ondate anomale di caldo eccessivo che hanno comportato infezione da peronospora della vite, oidio e appassimento anticipato della pianta, nell’anno in corso.
Continua il Vice Sindaco “La viticoltura rappresenta l’attività produttiva più diffusa del nostro territorio, pertanto abbiamo richiesto anche che siano attivate tutte le procedure di legge per interventi, sotto forma di agevolazioni e indennizzi e, se possibile, anche mediante l'accesso in deroga al Fondo di Solidarietà Nazionale per fronteggiare l’emergenza economica che sta coinvolgendo gli agricoltori e l’intero settore vitivinicolo. Chiediamo con forza – conclude Caterina Camarda – che la Regione intervenga per le sue competenze e che si attivi affinché il Governo Nazionale intervenga a sua volta, noi siamo e saremo sempre, con estrema determinazione, al fianco degli agricoltori!”

SANTA NINFA.  Il Consiglio comunale ha approvato, nella sua ultima seduta, all’unanimità, una mozione a sostegno del settore vitivinicolo trapanese. I due gruppi, di maggioranza e minoranza, avevano presentato ciascuno una mozione. I due documenti, su invito del presidente dell'aula, Nicola Biondo, sono stati responsabilmente accorpati in uno solo, che ha quindi ricevuto l'adesione di tutti i consiglieri, sia di quelli che sostengono l'amminstrazione che di quelli di opposizione, ringraziati, «per la disponibilità alla collaborazione reciproca», dal presidente.
La mozione approvata chiede urgenti risposte e risorse adeguate a tutela di un settore fondamentale per l’economia locale.
L'atto di indirizzo, evidenziando l’aumento dei costi dell’energia, le conseguenze dovute al cambiamento climatico, i danni causati dalla peronospora (che provocherà un calo netto della produzione), chiede alle istituzioni regionali e nazionali, di adottare misure di emergenza per garantire la sopravvivenza del comparto. Tra le richieste messe nero su bianco, l’immissione di liquidità nel sistema, l’erogazione di contributi finanziari diretti agli agricoltori, la promozione della vendemmia verde, la distillazione d'emergenza, la “ristrutturazione” del debito delle cantine.

ASSOVINI.  La vendemmia più lunga d’Italia, mediamente oltre cento giorni, quest’anno inizierà con un ritardo di dieci giorni rispetto all’annata 2022. Nonostante il susseguirsi di condizioni climatiche estreme-dalle piogge torrenziali di maggio e giugno al caldo estremo di luglio- gli incendi e la presenza di attacchi fungini, tra cui la peronospora della vite, la condizione e la qualità delle uve in Sicilia non sembra essere compromessa. Grazie al ritorno delle temperature più fresche, il calo iniziale, stimato fino al 40% in alcune zone, potrebbe essere inferiore.
Si comincia nella Sicilia Occidentale, con la raccolta della base spumante, per poi proseguire con le varietà internazionali come lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc, seguite dai vitigni autoctoni. A chiudere questa lunga vendemmia siciliana saranno i produttori dell’Etna, a fine ottobre.
A rendere unica la vendemmia siciliana-commenta Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia - è la varietà degli areali siciliani. Ogni territorio presenta delle condizioni climatiche e dei suoli unici che si traducono nella straordinaria diversità e varietà della produzione vitivinicola siciliana. A circa una settimana dall’inizio della vendemmia è ancora difficile e prematuro fare stime accurate sulla produzione. Sicuramente la Sicilia dimostra di saper governare, grazie ad una agricoltura e tecniche agronomiche sempre più sostenibili, l’effetto dei cambiamenti climatici puntando sulla qualità e non sulla quantità - conclude Mariangela Cambria.
 Ad oggi la qualità delle uve è ottima, non avendo avuto problemi di oidio né di botrite; a causa del grande caldo abbiamo perso circa il 40% delle uve, anche se essendo tornate temperature più fresche le uve non bruciate stanno iniziando a riprendere vigoria per cui il calo potrebbe complessivamente essere inferiore. Siamo soddisfatti di come abbiamo gestito il problema peronospora, avendolo fatto preventivamente grazie all’ausilio di capannine meteo che hanno la capacità di indicare elettronicamente la probabilità della malattia, evitando danni irreparabili- commenta Filippo Buttafuoco, tecnico viticolo di Cantine Settesoli.
Nell’areale viticolo di Regaleali, in provincia di Palermo, i mesi di marzo e aprile, tendenzialmente asciutti e freddi, hanno determinato un ritardo nel germogliamento generale di circa 10 giorni.
Questo ritardo ha contribuito a rendere più gestibile il successivo periodo molto piovoso ma tendenzialmente freddo, e reso la pressione delle patologie della vite, quali la peronospora, meno invasiva - commentano Lorenza Scianna e Laura Orsi, enologhe di Tasca d’Almerita.
Attualmente le vigne presentano una chioma adeguata, sono sane e si registra una diminuzione delle temperature medie cha lascia presagire una buona maturazione delle uve a partire dall’invaiatura di Pinot nero e Chardonnay che sta avvenendo in questi giorni- continuano Lorenza Scianna e Laura Orsi. Riguardo alle quantità, anche la tenuta di Sallier, a Camporeale, dovrebbe rispettare le medie storiche aziendali ma è ancora presto per cantare vittoria. La buona copertura vegetativa protegge l’uva da eventuali bruciature e aiuta a conservare aromi e freschezza.
Infine a Mozia, l’isola è poco influenzata dalle condizioni climatiche delle terra ferma, l’alberello dovrebbe maturare subito dopo Ferragosto con quantità che rientrano nelle medie storiche di Mozia e con uve sane e croccanti concludono Lorenza Scianna e Laura Orsi.