«L’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente ha preso l’unica decisione possibile, e bene ha fatto annullando la concessione demaniale per il solarium in fase di realizzazione sulla scogliera prospiciente il porto di Levanzo».
È il giudizio della deputata trapanese Cristina Ciminnisi sul provvedimento amministrativo della Regione Siciliana che determina lo stop definitivo ai lavori avviati dall’impresa edilizia trapanese MA.CE.TRA SpA, che fa capo all’ex deputato di Forza Italia Giuseppe Maurici. Una vicenda che aveva sollevato le proteste di associazioni ambientaliste e di molti cittadini delle Egadi, con relative polemiche e domande ancora senza risposta: come è possibile che sia stata permessa un’opera di questo tipo?
«È incredibile – commenta ancora Ciminnisi – che si debba correre ai ripari sempre dopo e non si riesca a tutelare con procedure di controllo e protocolli certi i nostri paesaggi, i nostri luoghi del cuore, l’ambiente. L’annullamento della concessione, comunque non chiude la vicenda, né sul piano politico amministrativo, né sul piano giudiziario»
La deputata trapanese si riferisce alla sua interrogazione, presentata nel maggio scorso (link all’atto ispettivo), e alle indagini sul caso avviate dalla Procura della Repubblica di Trapani che avrebbe all’esame un fascicolo ben più corposo in cui la realizzazione del solarium sarebbe solo la punta dell’iceberg di una vicenda più complessa.
«Vogliamo vederci chiaro - conclude Ciminnisi -. Capire cosa è successo e se il solarium sia l’unica “violenza ambientale” che ha subito il territorio di Levanzo o se vi sia altro. Gli isolani riferiscono di possibili opere di disboscamento della macchia mediterranea in un’area a rischio idrogeologico a monte del solarium. Dunque, non si tratterebbe solo di tutela del paesaggio ma, nel caso specifico anche della sicurezza delle persone, visto che l’area di alberi e macchia mediterranea che sarebbe stata disboscata avrebbe rappresentato l’unico presidio di mitigazione del rischio in un’area classificata P4 ed R4*. Un’ipotesi inquietante che necessita di approfondimenti e di una ricostruzione puntuale, che auspico possano giungere in tempi brevi, da parte della magistratura trapanese e dell’Assessorato al Territorio e Ambiente».