La conferma che si trattasse del virus West Nile (la febbre del Nilo) è arrivata dopo un'analisi del sangue e del liquor celebrale effettuata nel laboratorio di microbiologia e virologia del Policlinico di Palermo. Poche settimane fa, un uomo di 54 anni era stato ricoverato all'ospedale di Trapani, qui i primi sospetti, poi, il trasferimento all'ospedale Cervello di Palermo e il test che ha dato esito positivo. L'uomo è ricoverato in gravi condizioni. Le sue patologie lo hanno reso vulnerabile.
Giovanni Giammanco, responsabile del laboratorio e professore ordinario di Microbiologia all'Università di Palermo, spiega che si tratta del primo caso di quest'anno, mentre l'anno scorso ne erano stati registrati 5, quasi tutti in provincia di Trapani, proprio come stavolta. Il virus è infatti portato da uccelli migratori, poi passa alle zanzare che ne diventano vettore e lo passano all'uomo. Già nel 2022 era stato individuato il virus in quella provincia in uccelli e zanzare. È però impossibile la trasmissione da uomo a uomo.
Il professor Giammanco precisa che “se l'80% di contagiati è asintomatico, meno dell'1% dei casi sviluppa danni neurologici” e si tratta di pazienti fragili. Per loro, il consiglio è di proteggersi il più possibile dalla puntura di insetti.