Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
30/08/2023 06:00:00

Lombardo e la mafia, non c'è prova del patto. L'ex Governatore "ristabilita la storia della Sicilia"

Finisce definitivamente l’incubo per Raffaele Lombardo, leader dell’MPA, sono state depositate le motivazioni della sentenza che ha lo ha assolto dall’accusa di concorso esterno alla mafia e di reato elettorale aggravato: “La condotta di concorso esterno nell'associazione mafiosa, ritagliata su attività politico-amministrative del concorrente esterno, richiede la prova che sulla base di un patto di scambio il politico abbia assicurato all'organizzazione il controllo di tutto o parte delle attività politiche-amministrative una volta eletto”.


La sesta sezione della Corte di Cassazione lo mette nero su bianco, rigettando così il ricorso della Procura generale di Catania contro la sentenza di assoluzione, in Appello, del gennaio 2022.


Nessuna macchia, nessun dubbio, niente più ombre? La Cassazione dice che non ci sono prove. Raffaele Lombardo, che in questi anni, ha mantenuto un atteggiamento riservato e anche cauto, oggi sostiene che ad essere riparata sia pure l’immagine della Sicilia.
Messo in dubbio c’era il contatto di Lombardo con alcuni esponenti della mafia catanese, contatti che lo stesso ex presidente della Regione aveva negato.


Secondo i giudici: "Il dato dell'infiltrazione mafiosa di Cosa Nostra catanese nelle attività economiche sul territorio che si intrecciano con il controllo e governo delle attività che fanno capo alle pubbliche amministrazioni, costituisce un prerequisito di conoscenza e non può essere elevato esso stesso a ‘prova’. L'analisi della Corte di appello è stata svolta sulla scorta di un puntuale e completo esame di tutte le risultanze processuali sicché alcuna carenza o omissione dell'esame dei dati processualmente rilevanti inficia la scansione del ragionamento probatorio”.
Dunque nessun patto con la mafia, la prima dichiarazione di Lombardo: “La Cassazione ha scritto la parola fine ad una vicenda giudiziaria che ha cambiato la mia vita e la storia della Sicilia. Con rigore esegetico la sentenza affronta gli snodi essenziali del processo escludendo in radice l’ esistenza del patto. Hanno prevalso, come non ho mai smesso di credere, la verità e la giustizia”.