“Anna” debutta sabato 30 settembre, alle 20:00, al Teatro Massimo di Palermo. A danzare “Anna” è il Corpo di ballo, diretto da Jean-Sébastien Colau. A firmarla è il coreografo Vincenzo Veneruso che, ispirandosi a una vicenda realmente accaduta, porta in scena il dramma della violenza sulle donne e della dipendenza dalle droghe. Gli interpreti dei due ruoli principali, Francesca Bellone e Michele Morelli, sono protagonisti anche del video che è parte integrante della narrazione, realizzato da Gery Palazzotto con Antonio Di Giovanni e Davide Vallone. Accanto a loro Alessandro Cascioli (Fratello di Anna), Lucia Ermetto e Francesca Davoli (Madre), Andrea Mocciardini e Diego Mulone (Padre). I costumi sono di Cecile Flamand, la scenografia di Chiara Pisani, le luci di Maureen Sizun Vom Dorp.
Le musiche dello spettacolo sono tratte da alcune tra le più belle colonne sonore cinematografiche del compositore siciliano Paolo Buonvino autore delle colonne sonore di molti film: "I Medici", "La matassa", "Padre Pio", David di Donatello per "Caos calmo", e molti altri.
La trama del balletto: Qualche anno fa, a Palermo, nella zona di Monte Pellegrino, Anna e Luca vivono insieme da quattro anni. Anna sogna un marito, dei figli, una casa. Quando arriva la tanto attesa proposta di matrimonio, Anna è felice; ma ignora che Luca è un tossicodipendente. Quando lo scopre vuole aiutarlo, scatta così il celebre "Io ti salverò"che spesso mette le donne nei guai o a rischio della vita: Luca riversa su di lei violenze di ogni tipo. Anna gli rimane ostinatamente accanto, ma ad un costo altissimo. Alla fine riesce a staccarsi da Luca, anche se non riesce a ritrovare la voglia di vivere, con grande preoccupazione della sua famiglia. Ci vorrà ancora tanto tempo, ma Anna, che ha lottato con tutte le sue forze per Luca, troverà la forza di combattere anche per se stessa.
«Allo spettacolo – spiega Veneruso, il coreografo - abbiamo invitato i responsabili dei centri antiviolenza che operano a Palermo. Le due problematiche: droga e violenza sono purtroppo legate. Luca era un bravo ragazzo fino a quando non è caduto nella rete della tossicodipendenza. Anna ha perso tutto nel tentativo di salvare Luca, il lavoro, la casa, la salute, i pochi soldi che possedeva.
Non è morta, ma ci è andata vicino. E la prevaricazione, la violenza sia pure verbale e nei comportamenti è dilagante, la troviamo nei posti di lavoro, tra i ragazzini, e qualcosa bisogna pur fare.
Non passa giorno che le cronache non rivelino storie di inaudita violenza ai danni di donne colpite dai loro compagni, mariti, genitori o da sconosciuti – continua Vincenzo Veneruso – io ho impiegato anni a dare forma a questa coreografia che ho immaginato come una sorta di risarcimento al dolore e alla solitudine della persona che lo ha subìto. Per me la danza è un linguaggio e vorrei che in questo caso, senza parole e senza grida, possa lasciare un segno nella coscienza e nell’anima
di chi lo guarda». Lo spettacolo sarà replicato domenica 1 ottobre alle 18:30. Info al seguente link.
Dorotea Rizzo