A Mestre, poco dopo le 19.45, forse a causa di un malore dell’autista, un autobus con 49 passeggeri è uscito dalla carreggiata sul cavalcavia della Vempa, ha sfondato il guardrail e, dopo un volo di una quindicina di metri, s’è schiantato in terra.
Il bus stava percorrendo il cavalcavia della bretella che da Mestre porta verso Marghera e l'autostrada A4 quando per cause ancora da accertare è precipitato, poco prima delle 20, facendo un volo di circa 15 metri. Nel primo tratto in discesa il pullman ha sfondato il parapetto ed è caduto giù finendo tra un magazzino e i binari della stazione di Mestre, poi ha preso fuoco. Alcune delle prime vittime recuperate sarebbero morte carbonizzate.
Il mezzo, ad alimentazione ibrida metano-gasolio, potrebbe aver preso fuoco dopo aver toccato i cavi dell’elettricità.
Il bilancio finora è di 21 morti, tra cui quattro bambini carbonizzati.
Ci sono due bambini - un neonato di pochi mesi, e un 12enne - e anche una ragazza minorenne tra le 21 vittime dell'incidente.
I feriti sono 15, cinque molto gravi. I quattro feriti più gravi nell'incidente del pullman precipitato ieri sera sarebbero tutte persone maggiorenni, tra i 20 e i 30 anni. Secondo quanto si apprende, tre sono ricoverate in Rianimazione all'ospedale dell'Angelo di Mestre e uno a Dolo.
Quasi tutte le vittime sono straniere. Tedeschi, francesi, croati e ucraini. L’autobus li stava portando da Venezia al campeggio Jolly di Marghera, dove alloggiavano.
L’ultimo cadavere estratto dal bus è stato quello del conducente, Alberto Rizzotto, 40 anni, di Tezze di Piave, nel Trevigiano. Una strage che il sindaco Luigi Brugnaro definisce «un’apocalisse». Al governatore Luca Zaia si «è gelato il sangue». Subito sono arrivati i messaggi di cordoglio dal presidente Mattarella e dalla premier Meloni.