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21/10/2023 16:00:00

Facoltà di Medicina, anche a Palermo studenti contro il numero chiuso

 Tanti ragazzi, accompagnati dai propri genitori, ma anche liberi cittadini contrari al numero chiuso si sono riuniti a Palermo, all’Hotel Ai Cavalieri, per condividere una battaglia ideale lanciata dallo studio legale Leone-Fell & C. e firmare la petizione contro il numero chiuso che ha già all’attivo oltre 50.000 firme, raccolte in meno di un mese.

“Da anni lottiamo contro il numero chiuso e un sistema di accesso a Medicina e alle professioni sanitarie che non premia il merito e mortifica i nostri giovani – hanno detto Francesco Leone e Simona Fell, parlando a una gremita sala – e quello di quest’anno è stato il peggiore test di sempre. Come si può parlare ancora di numero chiuso quando interi reparti chiudono e le Asp sono costrette ad assumere medici stranieri? La nostra sanità è al collasso e rettori e sindacati si trincerano dietro a un sistema d’accesso anacronistico e dannoso”.

I legali hanno parlato di tutte le irregolarità rintracciate: dalla ripetizione delle domande tra le due sessioni (di aprile e luglio) alla diffusione e compravendita dei test on-line da parte di candidati e scuole di preparazione, fino ai dubbi sull’equalizzatore.

I quiz ripetuti e la compravendita dei file

Per la prima volta nella storia dei test di Medicina, i quiz somministrati ai candidati sono stati ripetuti non solo nella stessa sessione, ma anche nella sessione successiva. In questo modo, chi ha partecipato ai test di aprile ha potuto memorizzare e segnare in un file le domande del proprio test. In rete poi, c’è chi ha raggruppato tutte queste informazioni creando un vero e proprio database non ufficiale su cui prepararsi. Questi file sono stati creati anche dalle scuole di preparazione che hanno mandato i propri docenti e tutor a svolgere i test al fine di carpire informazioni da utilizzare per avvantaggiare i propri iscritti.

“Si parla di parità di trattamento nei concorsi pubblici – dichiarano Francesco Leone e Simona Fell – ma qui invece ci siamo trovati davanti a una disparità senza eguali, tra chi ha avuto accesso ai file e chi no, tra chi si è potuto permettere economicamente una costosa scuola di preparazione e chi no”.

Il punteggio equalizzato
Poiché i test erano differenti da candidato a candidato con domande prese da un database comune, per poter valutare in maniera equa i partecipanti ai Tolc, è stato messo a punto un sistema di equalizzazione: ad ogni domanda veniva assegnato un coefficiente di difficoltà dato dal numero di risposte corrette/sbagliate della prima sessione di aprile.

“Un sistema fallace – spiegano i legali – perché varia in base alla platea e, considerando che per la prima volta hanno potuto prendere parte anche i ragazzi di quarto anno con un programma non ancora svolto, non capiamo come possa essere considerato attendibile. Inoltre, abbiamo anche scoperto che le domande somministrate non erano neanche attinenti ai programmi ministeriali dei licei. Com’è possibile dunque stilare una graduatoria in questo modo?”

Le denunce e l’appello al Ministro
Tutto questo, prove alla mano, è stato inserito in un esposto depositato alla procura di Palermo e una denuncia alla polizia postale, che avrebbe già trovato i primi riscontri, e all’interno dei ricorsi depositati al Tar Lazio.

Dopo la prima conferenza stampa, tenutasi il 4 settembre, il giorno prima della pubblicazione della graduatoria, studenti, genitori e cittadini si sono costituiti in Comitato per l’abolizione del numero chiuso. La prima azione è stata proprio la petizione al ministro Bernini per chiedere l’abolizione del numero chiuso e una riforma vera del sistema d’accesso ai corsi universitari in ambito sanitario. L’appello che ha superato le 50.000 firme su change.org verrà consegnato presso la sede del Mur il 25 ottobre al culmine di una manifestazione organizzata dal comitato a Roma, che partirà dalla sede del Tar Lazio, in concomitanza con le prime udienze che si svolgeranno proprio quel giorno.