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03/11/2023 02:00:00

Dolcetto o scherzetto, la riforma per l'elezione diretta del presidente del Consiglio...

 Dolcetto o scherzetto. Dopo Halloween arriverà in Cdm il testo della riforma costituzionale per l'elezione diretta del presidente del Consiglio dei Ministri, premierato, redatto dalla ministra per le riforme istituzionali e la semplificazione Maria Elisabetta Alberti, coniugata Casellati, divagazione: le donne al governo compresa la Meloni rivendicano, giustamente, il ruolo che ricoprono ma preferiscono declinare al maschile la carica o addirittura il cognome, come l'ex presidentessa del senato, la Santanchè si è superata quando si è separata dal marito, ma mantenne il suo cognome a seguito di un accordo giudiziale, oggi è conosciuta con tale casato.

Tornando al serio dopo il faceto e sui contenuti dell'innovazione: premio di maggioranza, norme antiribaltone ma soprattutto elezione diretta del presidente del Consiglio. La riforma andrebbe a modificare tre articoli della Costituzione: l'88 sul potere del Capo dello Stato di sciogliere le Camere, il 92 sulla nomina del premier e il 94 sulla mozione di fiducia e sfiducia al governo. Ecco cosa prevede: dalla prossima legislatura il capo del governo verrebbe eletto dai cittadini in un unico turno, per 5 anni, il sindaco d'Italia, con una scheda unica, sulla quale saranno riportati i nomi dei candidati alla Presidenza del consiglio dei Ministri accanto alle liste che lo sosterranno.

Il nuovo sistema elettorale diventerebbe maggioritario e prevede un premio di maggioranza assegnato su base nazionale che assicurerebbe il 55% dei seggi nelle due Camere ai candidati e alle liste collegate al candidato capo del governo eletto. Al presidente della Repubblica non spetterebbe più il potere di nomina del PdC-come prevede oggi l'articolo 92-, ma quello di conferire l'incarico al primo ministro indicato sulle schede eletto che risulta vincitore. Il quirinale manterrebbe il potere di nomina dei ministri, su indicazione del capo del governo.Nel caso in cui il presidente del Consiglio si dimetta o decada dal suo ruolo, il capo dello Stato potrebbe assegnare l'incarico di formare un nuovo governo al cancelliere dimissionario o a un altro parlamentare eletto nella sua coalizione.Niente più esecutivi Dini, Conte o Draghi.

La proposta di riforma contiene anche un intervento per eliminare il potere di nomina dei senatori a vita, cancellando, così, un'altra prerogativa del Colle. La mansione resterebbe solo per i presidenti emeriti della Repubblica e verrebbe comunque garantito che gli attuali senatori restino in carica fino alla fine del proprio mandato, la morte, Rubbia e Segre i piu anziani, stanno esercitando degli scongiuri. Solo l'edizione definitiva racconterà se trattasi di Dolcetto o Scherzetto.

Vittorio Alfieri