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06/11/2023 06:00:00

Quell’indagine sui quattro consiglieri comunali di Castelvetrano

 La notizia è quella dei quattro consiglieri comunali di Castelvetrano indagati per falso ideologico in atto pubblico. Ne abbiamo parlato qui e, in quanto personaggi pubblici, abbiamo anche indicato i loro nomi.

 

Secondo le Fiamme gialle di Castelvetrano, avrebbero “attestato falsamente (nel 2019, ndr) di non trovarsi in condizioni di incompatibilità e ineleggibilità alla carica, dichiarando di non avere debiti pendenti nei confronti del Comune di Castelvetrano”. Le indagini avrebbero infatti verificato che invece i debiti c’erano e che i quattro consiglieri li avrebbero taciuti per non decadere dalla carica.

 

Ma davvero basta avere dei debiti nei confronti del comune per essere incompatibili col ruolo di consigliere? No, non basta. A regolare queste situazioni è una legge regionale del 1986 (la numero 31), che al comma 6 dell’articolo 10, tra coloro che non possono  ricoprire la carica di consigliere provinciale, comunale o di quartiere, include “colui che, avendo un debito liquido ed esigibile, rispettivamente, verso la provincia o il comune ovvero verso istituto od azienda da essi dipendenti è stato legalmente messo in mora ovvero, avendo un debito liquido ed esigibile per imposte, tasse e tributi nei riguardi di detti enti, abbia ricevuto invano notificazione dell'avviso di cui all'art. 46 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602”.

 

Ciò vuol dire che l’incompatibilità c’è soltanto se hai ricevuto una cartella esattoriale e non l’hai pagata dopo i consueti sessanta giorni. E non importa se il debito ti sia stato già notificato in passato. Insomma, se non c’è l’effettiva esecutività, non c’è nemmeno l’incompatibilità col ruolo di consigliere comunale. Non basta dunque  l’ingiunzione di pagamento, l’avviso bonario o l’intimazione: ci vuole la Cartella esattoriale.

 

E’ il caso di questi quattro consiglieri che, nel 2019, appartenevano  tre al M5S ed uno a una lista civica? Al momento non lo sappiamo, così come non sappiamo a quanto ammonti il debito complessivo, ma probabilmente loro stessi potrebbero a breve fornire i propri chiarimenti.

 

Certo, a prescindere dalle rilevanze penali e dall’entità del debito, è ovvio che nel rappresentare le istituzioni i consiglieri debbano dare l’esempio. Però è difficile escludere la dimenticanza, soprattutto se si fa riferimento ad una cartella esattoriale ricevuta più di quattro anni fa. Oppure la reale consapevolezza di quell’autocertificazione, fatta di fogli precompilati, magari da firmare insieme a tanti altri documenti. A stabilirlo sarà il relativo procedimento penale.

 

Intanto qualche domanda ce la possiamo porre.

 

-       Quante cartelle esattoriali ha inviato il comune di Castelvetrano negli ultimi dieci anni?

 

-       Quanti altri consiglieri comunali, al momento dell’insediamento, avevano dei debiti tributari nei confronti del comune, magari senza aver ricevuto la cartella esattoriale?

 

-       Perché adesso? I fatti risalgono al 2019, ma l’indagine si è conclusa nel 2023, a sette mesi dalle prossime elezioni amministrative.

 

-       In quali altri comuni la Guardia di Finanza ha indagato su possibili false attestazioni dei consiglieri, a quattro anni dall’insediamento?

 

Alla fine, è probabile che i consiglieri termineranno il proprio mandato. E’ difficile infatti che il procedimento penale possa concludersi con una sentenza nel giro di pochi mesi.

Qualcuno si è chiesto se dietro l’avvio dell’indagine possa esserci stata una segnalazione. Una “manina” con una buona dimestichezza nel muoversi nel mondo degli uffici comunali, che potrebbe aver voluto “far fuori” politicamente  quattro consiglieri del M5S. Ma uno di loro si era già dimesso per motivi personali nel 2021, un altro è passato già da un po’ di tempo ad un altro gruppo politico e un altro ancora non ne ha mai fatto parte. Fermo restando che nessuno di loro è considerato una grande macchina elettorale in grado di fare la fortuna di questo o quel partito alle prossime amministrative, non si capirebbe il perché di un’eventuale manovra sotterranea per metterli fuori combattimento.

E allora, questioni personali? Difficile dirlo.

 

Di certo, i primi effetti collaterali di questa strana storia si leggono in alcuni titoli, come quello di Repubblica Palermo: “Castelvetrano, evasori ed eletti indagati 4 consiglieri comunali”, in cui si legge che la città per anni è stata “il paese simbolo dei misteri, per via del suo concittadino più famoso, il boss Matteo Messina Denaro”. E adesso “rischia di ritornare a una stagione di ombre e polemiche per colpa di alcuni consiglieri comunali che non potevano essere eletti nel 2019”.

Poco importa che nessuno dei quattro consiglieri sia un “evasore”, diversamente sarebbe stato indagato per evasione fiscale. Poco importa che Matteo Messina Denaro in questa storia non c’entri assolutamente nulla. E poco importa che non sia vero che i consiglieri comunali “non potevano essere eletti nel 2019”, dal momento che la questione non riguarda l’ineleggibilità, ma l’incompatibilità. Sono due cose diverse che la legge 31 del 1986 affronta in due articoli diversi.

 

Ma il comune non ha mai prodotto delibere sensibili, su lottizzazioni, o altro che magari potrebbe comportare grossi interessi privati…  Alla fine, da quella sala consiliare, sono venuti fuori i soliti bilanci e rendiconti, accompagnati dalle immancabili polemiche. Forse, tra il dissesto, il Covid, le mozioni e le miriadi di interrogazioni, in questi anni il consiglio comunale è stato più teatro di campagna elettorale che luogo di possibili abusi, profitti e vantaggi.

 

Egidio Morici