Abbiamo già scritto delle piste ciclabili di Castelvetrano. Ciclovie di serie B perché, purtroppo, i percorsi realizzati si sono rivelati molto diversi (al ribasso) rispetto a quelli originari. Basti pensare a quella che avrebbe dovuto collegare la zona commerciale di Castelvetrano con la frazione di Marinella di Selinunte e che invece partirà dalla zona Pineta della borgata, percorrerà la via Cavallaro fino all’Arco della principessa (Trenta Salme) e ritornerà dalla statale.
Si è però dovuto fare i conti con la progettualità approvata e questo ha comportato la riduzione delle tratte.
I lavori però procedono e dovrebbero essere completati entro il 31 dicembre, trattandosi di opere fatte con i fondi di Agenda Urbana, la cui progettazione non è stata fata da tecnici comunali, ma da esterni. Ma anche se mancano ancora un paio di mesi, sembra che i social locali le abbiano bocciate, considerandole uno spreco di denaro europeo.
Abbiamo allora fatto qualche domanda agli addetti ai lavori e riportiamo di seguito le risposte arrivate dagli uffici tecnici del comune, fatte proprie anche dall’architetto Giuseppe Galfano, assessore alla Rigenerazione Urbana, con attribuzione ai lavori pubblici.
In tanti si sono chiesti come faranno ad incrociarsi due auto, dal momento che la pista ciclabile, in diversi tratti ha ridotto la larghezza della strada. Non sarà inevitabile che le auto la invaderanno?
E’ il termine “invadere” che non va bene. Si tratta nella maggior parte di casi, di corsie “riservate” alle biciclette, che però non sono precluse agli altri veicoli. Sono ad uso promiscuo, non esclusivo. Vuol dire che se le circostanze lo richiedono, un’auto potrebbe percorrerle. Un po’ come le corsie riservate ai bus nelle grandi città.
Vale anche per la via Cavallaro a Marinella di Selinunte? Oppure quella è da considerarsi ad uso esclusivo, vista la presenza dei cordoli? Inoltre, il doppio senso di circolazione lì è praticamente impossibile. Diventerà a senso unico?
Con ogni probabilità, diventerà a senso unico. E’ una cosa che bisognerà confermare in una conferenza di servizio che dovrebbe tenersi a breve. Ad ogni modo, anche la pista di via Cavallaro è riservata, ma non esclusiva. E poi occorre considerare che comunque i cordoli sono di gomma. Anche se non saranno presenti in ogni tratto delle ciclovie. Certamente non saranno necessari nelle zone di maggiore promiscuità, mentre in alcune sedi viarie a senso unico, potranno esserci dei cordoli alti anche 30 centimetri.
Non sarebbe stato più logico allargare la sede stradale, con qualche esproprio, in modo da permettere una più agevole circolazione dei veicoli?
No. Per il semplice motivo che il Piano Regolatore Generale del comune di Castelvetrano è ancora fermo al 2012. E da quel momento non è stato più possibile fare nessuna espropriazione.
C’è un tratto, nella zona Delia, in cui la ciclabile cambia lato della strada attraverso una “esse” poco prima di una curva cieca. Perché questa scelta? Non potrebbe essere pericoloso?
Si sono dovute fare delle scelte anche in base a quanto determinati tratti si possano degradare a causa dei fenomeni atmosferici. In ogni caso, ci sarà la relativa segnaletica verticale e orizzontale. Inoltre, è bene dirlo sin da ora, tutte le strade con la pista ciclabile avranno anche un limite di velocità a 30 chilometri orari. Non dobbiamo vederla come una limitazione per le macchine, ma come una protezione per i ciclisti. E un incentivo ad usare la bicicletta.
C’è un tratto in cui, proprio nel bel mezzo della pista, sono spuntati alcuni germogli selvatici. Come è stato possibile?
Ci sono tratti nati per ospitare le ciclovie, nel senso che non c’era un asfalto preesistente. Si tratta di situazioni che verranno valutate durante il collaudo. Ecco, se la progettazione è esterna al comune, del collaudo dovrà occuparsi invece il nostro ufficio tecnico. Spero che si tratti di cose di poco conto, facilmente risolvibili.
Alcuni hanno definito queste opere uno spreco di denaro.
Mi sono insediato a lavori già iniziati. Ma credo che le piste ciclabili non siano state affatto uno spreco. E’ un approccio green, in cui si tende a valorizzare il paesaggio. Non sono d’accordo con chi dice che sia stato sbagliato averle realizzate in periferia. Ci sono scorci del nostro territorio che bisognerebbe visitare almeno una volta. E potrebbero diventare mete cicloturistiche. Verranno vandalizzate? Saranno usate poco? Sta a noi tutti fare in modo che questo non succeda.
Egidio Morici