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10/11/2023 18:18:00

Operazione antimafia Scialandro, torna in libertà il valdericino Giuseppe Maranzano

 Torna in libertà una delle persone arrestate nell'ambito dell'operazione antimafia Scialandro, condotta dalla Dia, dalla polizia e dal Nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Trapani. Si tratta di Giuseppe Maranzano, 59 anni, di Valderice, destinatario, assieme ad altri 20 soggetti, delle misure restrittive di cui 17 in carcere e 4 ai domiciliari.

Ritenuto, da inquirenti e investigatori, organico alla locale “famiglia”, il tribunale della Libertà ha accolto l'istanza del suo legale, avvocato Nino Sugamele, annullando l'ordinanza emessa dal Gip di Palermo e disponendo l'immediata scarcerazione dell'indagato che era richiuso al Pagliarelli. A lui, Vito Manzo, coinvolto nell'operazione, avrebbe rivelato – secondo quanto emerge da una intercettazione - di avere avuto un incontro, in una grotta, con Matteo Messina Denaro quando questi era ancora latitante. Il padrino, infatti, sarebbe intervenuto per un ammanco di 50 mila euro – i proventi delle attività estorsive – dalla cassa della “famiglia” di Valderice.

Soddisfazione è stata espressa dall'avvocato Sugamele “anche alla luce – sottolinea – della mancanza di gravi indizi di colpevolezza”.
Tra gli arrestati dell'operazione Scialandro, l'ex vicesindaco di Custonaci Carlo Guarano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Indagati, invece, a piede libero, l'ex sindaco Giuseppe Morfino, l'ex assessore Giovanni Battista Campo e un consigliere comunale di maggioranza in carica.

Le indagini hanno portato alla luce sinergie e rapporti opachi tra esponenti della vecchia amministrazione comunale di Custonaci e le consorterie mafiose di Custonaci, Valderice e Trapani. grazie ai quali queste ultime riuscivano ad imporre all’ente locale i nominativi dei beneficiari di contributi solidaristici per far fronte alle condizioni di disagio economico post-pandemico, nonché a pilotare l’affidamento di appalti pubblici in favore di ditte colluse o a loro riconducibili, anche per interposta persona, una delle quali aveva proceduto all’assunzione fittizia di un ergastolano allo scopo di consentirgli di beneficiare della semilibertà.