E’ un Appello assai singolare perché l’avvocato Nino Sugamele, oltre a chiedere l’assoluzione per il proprio assistito, Vito Gucciardi, chiede anche la condanna di Enti e Associazioni che al processo di primo grado non hanno ottenuto alcun risarcimento, ovvero soltanto in forma parziale rispetto alla richiesta avanzata.
Vito Gucciardi, uno degli imputati del processo antimafia Scrigno, era stato condannato dal tribunale di Trapani a 12 anni di reclusione. L’appello è stato depositato e comprende anche la richiesta di condanna, per oltre 400.000 euro (per spese legali non liquidate) come conseguenza delle rispettive soccombenze nel giudizio di primo grado di Enti e Associazioni costituiti parti civili, alle quali il Tribunale ha, però, negato i risarcimenti richiesti.
“Ormai costituirsi parte civile in processi di rilevante risonanza mediatica – dice il legale - pare stia diventando uno sport nazionale. Questa è una occasione per affermare che solo chi effettivamente ha avuto un danno dal reato ha diritto di partecipare al processo, dimostrare l’oltraggio subito ed essere soddisfatto economicamente”.
“Abbiamo assistito in Scrigno – prosegue Sugamele – alle costituzioni di parte civile di Enti che chiedevano il riconoscimento di risarcimenti astronomici (1.500.00 di euro) per poi comparire solo alla prima udienza e sparire nelle successive, senza mai argomentare alcuna prova a sostegno della richiesta risarcitoria”.
Nei confronti di Vito Gucciardi si sono costituiti parti civili i Comuni di Campobello di Mazara, Favignana, Castelvetrano, Erice, Custonaci, Trapani, Valderice, Paceco, l’Associazione Antonino Caponnetto, le associazioni La verità vive, Pio La Torre, Antiraket ed antiusura Trapani, Codici Sicilia e Codici Onlus centro per i diritti per il cittadino, nonché l’Assemblea e la Presidenza della Regione Siciliana. “Tutti – conclude l’avvocato Sugamele - totalmente o parzialmente soccombenti nei confronti di Vito Gucciardi perché il Tribunale di Trapani ha errato a non liquidare le spese del giudizio secondo il principio generale che “chi perde paga”.