Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
24/12/2023 06:00:00

Le parole pensate, lette, scritte creano mondi...

 Le parole pensate lette scritte creano mondi - come ricorda ogni tanto il direttore di questo giornale. Ma quali sono questi mondi oggi dove si legge poco, pochissimo? Banalizzo a definirla una abitudine, sicuramente un nutrimento dell’anima, dalle istruzioni di un elettrodomestico al libretto di uno spettacolo che magari non vedrò, lettore disordinato lo ammetto ma lettore e sono tale a causa di maestri che mi hanno traviato.

Nutrirsi di parole, di parole nuove che ti possano aiutare a ragionare ad essere indipendente (o con la speranza di), e qui i maestri sono fondamentali. Un’intervista di Teresa Marchesi a Daniel Pennac qualche giorno addietro sul Domani , e invito le professoresse i professori a leggerla, racconta tanto di una certa ipocrisia di fondo ovvero i giovani non leggono ma non anticipo nulla, che abbiano la curiosità di cercare tra le righe.

La responsabilità di assumersi l’ònere di far crescere lettori consapevoli, di far amare la letteratura prima dei libri per tramite del teatro, di un museo, di un quadro, di uno scavo, per tramite di una canzone che apra altri mondi.
La testimonianza recente che si può raccontare la storia contemporanea non aprendo un libro di testo, di mostrare fotografie e capire che forse qualcosa devi cambiare nella narrazione. Scartare di lato si deve di fronte ad alcune evidenze.

Le parole creano mondi, visioni prospettive e quelle parole le troviamo scritte (oggi le ascolti anche in podcast straordinari) ma la necessità dei Maestri è alla base: senza di loro non si va da nessuna parte. Sono loro che ti aiutano a formare una coscienza critica, loro gli esempi da seguire anche e sopratutto fuori da un programma ministeriale (già sento le critiche “ma tu che ne sai della scuola?”, e quando succede che puoi osservare da vicino una suggestione e gli occhi di questi studenti, credete è commovente.
Accade che un giornalista racconti la nostra storia - lui testimone diretto, che un fotografo mostri fotografie che sono storia diventata tale per cronaca, che un gruppo di poeti siano accerchiati da minorenni per un desiderio assoluto di scoperta. E’ accaduto e si può fare ancora.
Cui prodest leggere sapere se poi in una società complessa e distratta hai l’oggettiva difficoltà a trasmettere una passione che potrà cambiare la vita a loro? C’è un passo dell’intervista a Pennac che può riguardare ognuno di noi

“I veri vettori della lettura sono di altra natura, e a pilotarli sono di norma affetto, sentimento, amore e amicizia: condividere la conoscenza di un libro. Incontri una ragazza che ti piace e ti chiede: “Hai letto questo romanzo?” È lei che diventa vettore di lettura”

Fine anno, detesto i consuntivi magari un punto nave ogni tanto però è utile; da ogni dove fioccano consigli di lettura, di ascolto e sia ma l’induzione ad entrare in una libreria per una tessera e un credito che scadrà entro l’anno non dovrebbe essere un accidente, ma come mangiare camminare fare l’amore ovvero la normalità. E’ un auspicio il mio scartare di lato cambiare punto di osservazione sempre (il rischio è che ci si abitui e l’occhio che dà impulsi al resto si addormenti). Contribuire a dare senso e forma ad una costituenda biblioteca scolastica, si farà è doveroso - sperando che quegli scaffali vengano presi d’assalto e il contenuto venga consunto dall’uso, altrimenti è Queneau ovvero esercizio di stile ma da indomito ottimista ci credo.

Un invito? l’ascolto di un brano_Smisurata preghiera di Fabrizio De André_ è una lezione ante litteram di storia contemporanea: ascoltatela, arriva diretta e senza sconti. Come una emozione la si possa riconoscere tra musica e poesia, come le parole concretamente costruiscano mondi altri

                                                                 Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
                                                                 col suo marchio speciale di speciale disperazione
                                                                 e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
                                                                 per consegnare alla morte una goccia di splendore
                                                                 di umanità, di verità.


Giuseppe Prode