Le concessioni demaniali in Sicilia resteranno almeno per un altro anno un affare (molto conveniente) per pochi.
Il Governo Schifani ha infatti deciso di prorogare la scadenza delle concessioni demaniali marittime di un altro anno, fino al 31 dicembre, come stabiliscono anche le norme nazionali. Questo significa che anche per quest’anno i titolari delle concessioni demaniali nelle spiagge siciliane non dovranno avere paura delle gare che, invece, impone l’Unione Europea. I concessionari degli spazi demaniali potranno continuare, quindi, ad avere una bella porzione di spiaggia a pochi euro l’anno.
In Sicilia in media si va da circa 1,5 a 2,5 euro a metro quadro all’anno. Un affare tutto siciliano. È quanto emerge dall’elenco delle concessioni pubblicato sul Portale demanio marittimo della Regione siciliana.
L’Unione Europea aveva detto all’Italia che qualcosa non andava nella gestione delle spiagge e del demanio marittimo. C’erano troppi pochi spazi pubblici nelle nostre coste. E che bisognava rivedere un po’ di cose, a cominciare dalla gestione delle concessioni. Perchè di anno in anno, proroga in proroga c’era anche un aspetto che non veniva rispettato, quello della concorrenza. Cioè quelle concessioni balneari che, in Sicilia, sono da decenni in mano a poche persone.
Nelle ultime settimane ci sono stati diversi “scossoni” per i balneari. A fine anno Il Consiglio di Stato ha ribadito che “le norme legislative nazionali che hanno disposto (e che in futuro dovessero ancora disporre) la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative sono in contrasto con il diritto eurounitario, segnatamente con l’art. 49 TFUE e con l’art. 12 della direttiva 2006/123/CE” e pertanto “tali norme non devono essere applicate né dai giudici né dalla pubblica amministrazione”. Lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva inviato alle Camere e al presidente del Consiglio, una lettera nella quale sollevava “rilevanti perplessità di ordine costituzionale sulle disposizioni che intervengono sulle concessioni in essere e che dispongono proroghe a vario titolo”. Nonostante ciò è arrivata la norma nazionale che prevedeva le proroghe, e poi la Sicilia ha fatto il resto.
Le reazioni in Sicilia sono state opposte, c’è chi ha visto bene la proroga di un anno delle scadenze delle concessioni demaniali. E chi no.
"Anche se in extremis l'assessorato regionale al territorio ambiente ha disposto con decreto a firma dell'assessore Pagana il differimento della scadenza delle concessioni demaniali marittime al 31 dicembre 2024 coerentemente con le norme nazionali. Una buona notizia che limita parzialmente lo sconforto di migliaia di operatori balneari siciliani che vedevano l'approssimarsi del 2024 con l'ansia di perdere le proprie aziende".
Così i vertici di CNA Balneari Sicilia Gianpaolo Miceli e Guglielmo Pacchione, coordinatore e presidente del comparto per la Confederazione.
"Accogliamo con favore questa disposizione voluta dall'assessore e dal governatore Renato Schifani e ci aspettiamo un ulteriore rafforzamento di questa posizione nel corso della manovra finanziaria regionale anche a margine di una audizione presso la quarta commissione all'ARS con il sostegno del presidente Carta. Ciò con la previsione di una ulteriore opzione sul 2025 in attesa di un più ampio riordino della materia da parte del Governo nazionale. È chiaro che, anche a seguito del lavoro svolto sulla mappatura e sulla evidente non scarsità della risorsa spiaggia, ci aspettiamo un atteggiamento coerente a sostegno della continuità aziendale delle migliaia di operatori in Sicilia e di tutta la forza lavoro da essi occupata. Il comparto balneare rappresenta un asset cruciale per l'offerta turistica regionale e ha bisogno di stabilità per sviluppare investimenti e valorizzare l'offerta della Sicilia".
Ma se la Cna plaude alla proroga, di segno opposto è la posizione di Legambiente Sicilia che chiede al presidente della Regione Renato Schifani il ritiro del decreto che differisce fino al 2025 la scadenza delle concessioni balneari. “Ci attendiamo - dichiara Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia - che dopo i puntuali i rilievi di incostituzionalità del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le sollecitazioni al governo nazionale e al parlamento a rivedere la norma che prevede la proroga delle concessioni balneari, il presidente Schifani ritiri il decreto dell’assessora Pagana e l’emendamento alla finanziaria in discussione all’Ars che proroga le concessioni demaniali marittime fino a dicembre 2025, in palese violazione delle norme europee e della giurisprudenza richiamata dal presidente della Repubblica”.
Oltre il 60% delle spiagge sabbiose, sottolinea Legambiente, "è attualmente occupato da stabilimenti balneari, la maggior parte dei quali gestisce per l'intero anno l'uso dei tratti di spiaggia concessa, privandoli così della libera fruizione pubblica. Stabilimenti balneari che dovrebbero essere concepiti come strutture a servizio della fruizione del mare - prosegue - ma che, per la maggior parte, sono dei veri e propri locali di ristorazione e discoteche ai quali indefinitamente, in spregio alle direttive europee e alle sentenze della Corte costituzionale sulla concorrenza e trasparenza ed in assenza dei piani di utilizzo del demanio marittimo, hanno ottenuto l’uso proprio ed esclusivo di un bene comune".